CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 10 marzo 2018

Ormos Sivota - Frikes


Questa mattina il Marina di Lefkas ci conferma per e-mail che ci hanno assegnato un posto sul pontile "J" per il periodo in cui lasceremo lì la barca. Non ne sono molto soddisfatto. Non tanto perché quel pontile funge anche da frangiflutti rispetto al canale, ma in quanto esso mi risulta essere quello più esposto ai venti prevalenti, più lontano dai servizi e meno sotto il controllo del personale del Marina. Alla mia richiesta di ottenere un altro posto, mi rispondono che quello assegnatoci è l'unico spazio disponibile per il periodo richiesto. Ma dato che con la Grecia abbiamo molte cose in comune, di cui alcune non necessariamente le migliori, decido di rivolgermi per una sua "intercessione" al gentilissimo Dimitrios, direttore del Marina di Gouvia. Nei prossimi giorni vedremo quale sarà il risultato. Per oggi dirigiamo la prua verso il piccolo porticciolo di Frikes, a circa dieci miglia, sulla costa nord orientale di Itaca. Navighiamo di bolina e in un paio d'ore siamo a destinazione. Tranne alcuni pescatori che, seduti al sole, stavano riparando le reti, non c'è anima viva. Ci ormeggiamo all'inglese sul lato interno del pontile accanto a tre piccole barche da pesca. Niente a che vedere con l'affollamento estivo che solitamente c'è da queste parti. In quel periodo, infatti, non è raro vedere sullo stesso pontile almeno tre file di barche ormeggiate a pacchetto. Un ingarbuglio di prue, poppe e crocette. Fatto un rapido giro del minuscolo paese, percorriamo a piedi i circa quattro chilometri della strada in leggera salita che conduce a Stavros, sulla sovrastante collina e che si affaccia su Porto Poli, una baia posta nel canale che divide Itaca da Cefalonia. Secondo alcuni studiosi, a Stavros sarebbe sorto il palazzo di Ulisse, ma a tale proposito vi sono voci discordanti. Comunque, a noi piace pensare che i giovani locali, dagli occhi scuri, i capelli neri, la barba lunga ed incolta e il naso leggermente aquilino che erano seduti al tavolo accanto al nostro, nel ristorante sulla piazza principale di Stavros, siano in qualche modo la progenie dell'eroe omerico. Messe da parte le riflessioni storico-letterarie, ci concentriamo con altrettanto interesse sulle mezzè e il piatto di patatine fritte che Katerina ci porta insieme ad una caraffa di vino bianco che verrà poi presto bissata da una seconda. Solo nel tardo pomeriggio facciamo ritorno in barca percorrendo, chissà perché, il tratto di strada in discesa fino a Frikes con passo decisamente molto più baldanzoso rispetto a quello dell'andata. 

(Giornale di bordo)

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