CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 2 marzo 2018

Gouvia


Dopo essere partiti da Kabul ieri mattina, aver dormito ad Atene e aver preso il primo volo delle 7, eccoci nuovamente a Corfù. Argiris, che ha curato il rimessaggio, è riuscito a far rimettere Habibti in acqua in tempo per il nostro arrivo. All'aeroporto ritiriamo l'auto affittata e prima di raggiungere il Marina ci fermiamo al supermercato a fare cambusa. Le previsioni, infatti, annunciano pioggia a partire dalle prime ore della mattina. Argiris ci aspetta sul pontile. Incontro provvidenziale, in quanto ci aiuta a portare rapidamente bagagli e sacchi della spesa in barca prima che cominci a piovere. Habibti è sempre splendida, tutta lucida e con il teak pulito. Antonios nei giorni scorsi ha rimontato la randa e il fiocco che sono state entrambi controllati e riparati dove occorreva. Una volta a bordo, mi sento finalmente a casa. In mattinata, mentre rassettiamo la barca, arrivano anche Nikos e Leonidas, rispettivamente meccanico ed elettricista. Le loro tariffe non sono a buon mercato, ma si sono dimostrati molto professionali e puntuali nella consegna dei lavori. Argiris ci dice che l'inverno è stato particolarmente piovoso e per questo motivo è in ritardo con la consegna delle barche. Fortunatamente ad Habibti è stata data la priorità. Dire che si vive a Kabul e che si usa la barca per cambiare aria ed idee qualche vantaggio lo comporta. Sempre in mattinata faccio un passaggio negli uffici del Marina per accertarmi, prima della partenza, che non ci siano pendenze in sospeso. In un angolo vedo un pacco a mio nome che contiene la "storm bag" comprata al Negozio Equo di Roberto Minoia a cui telefono per ringraziarlo dell'efficenza e promettendo di inviargli un video la prima volta che la utilizzerò. Purtroppo Dimitrios Koutsodontis, il gentilissimo Direttore del Marina, mi conferma invece che il canale di Corinto è ancora chiuso a causa del crollo di alcuni grossi massi da una delle pareti. Al momento pare che potrebbero riaprirlo fra dieci giorni, ma in realtà non ci sono certezze al riguardo. Meglio cominciare a pensare a programmi alternativi. La prima opzione potrebbe essere quella di raggiungere comunque l'Olympic Marina di Lavrion dove eravamo originariamente diretti circumnavigando il Peloponneso. Un'alternativa affascinante ma che comporta il rischio, in questa stagione, di restare bloccati a lungo da qualche parte per il maltempo. Un lusso che purtroppo non posso permettermi. La seconda possibilità sarebbe invece quella di prendercela comoda e navigare tra le isole Ionie che, a parte Corfù e Paxos, non conosciamo. In questo caso potremmo lasciare la barca per un ulteriore periodo al Marina di Lefkas in attesa della riapertura del canale. Decideremo sul da farsi nei prossimi giorni. Nel pomeriggio ci rechiamo in città per attivare una linea telefonica greca e comprare l'olio combustibile per la nuova lampada Stelton. Cerco invece a lungo e senza successo una bombola di riserva di Camping Gas. In serata ceniamo in una taverna nel centro di Kerkira: "La Pergola". Saganaki, funghi, calamari e patatine fritte con vino bianco della casa. Nel momento in cui ci sediamo a tavola siamo i soli avventori, ma piano piano il locale si anima di gente del posto. Il che è sempre un buon segno. L'atmosfera si riscalda non appena Giorgio e Giuseppe Lubrano, due fratelli di padre italiano e madre greca, cominciano a suonare e cantare. Giorgio, sposato con una irlandese, di professione fa il fabbro, ma la musica è la sua grande passione. Le sue grosse dita scorrono veloci e precise sulle corde della chitarra. Dalla sua espressione, sorridente e sorniona, si capisce quanto si diverta. Il repertorio è composto da melodie tradizionali greche, ma in nostro onore Giorgio intona anche qualche canzone italiana degli anni '60 e '70. Saremmo volentieri restati più a lungo ad ascoltarli, ma la stanchezza alla fine ha avuto il sopravvento e poi domani riprenderemo di nuovo il mare.

(Giornale di Bordo)   

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