CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 7 marzo 2018

Vathi (Meganisi)


Per avere un aggiornamento sulla tempistica della riapertura del canale di Corinto chiamo l'ufficio informazioni della società privata che lo gestisce. La risposta che mi forniscono è ancora più densa di incertezza rispetto a quella datami alcuni giorni fa. Mi dicono che tra una decina di giorni dovrebbero essere in grado di conoscere la data di riapertura. Il che per noi significa che ci avvicineremmo troppo al giorno in cui dovremmo rientrare a Kabul, con il rischio di trovarci bloccati a Corinto senza un porto nelle vicinanze dove poter lasciare la barca incustodita e in sicurezza per il prossimo mese. Oltretutto, Iannis, il gestore del Marina presso il quale siamo ormeggiati, avendo visto di persona l'entità della frana mi dice che difficilmente esso riaprirà prima di un mese. In pratica, essendosi staccata una enorme porzione di parete a causa delle forti piogge che hanno colpito la Grecia quest'inverno e non potendo usare l'esplosivo per disintegrare i massi che ostruiscono il canale, il lavoro procede con grande lentezza. Evvabbene!!! Mi viene in mente la frase di un amico: "Ogni impedimento porta sempre un giovamento". Vorrà dire che invece di navigare verso est come previsto, resteremo per un altro periodo da queste parti. Il che, guardandoci intorno, è un po' come cadere in piedi, considerata la bellezza dei luoghi. Poiché il vento forte arriverà domani, dedichiamo la giornata alla scoperta di Meganisi via mare. Ad est di Ormos Vathi vi sono tre profonde insenature. La prima, Ormos Kapali, è la più piccola. Ben ridossata, ma con una serie di case in costruzione che ne compromettono un po' il lato selvaggio. La terza, Ormos Atheni, è meno attraente. Al fondo della stretta insenatura vi è un piccolo abitato con un pontile occupato da alcune barche stanziali. Quella che più ci è piaciuta, essendo anche la più articolata, è la seconda, Ormos Abelike.  Nell'angolo meridionale si trova una piccola cala particolarmente ridossata. E' quella in cui Paul ed Evelyne ormeggiano la loro barca e trascorrono l'inverno. L'hanno assicurata a due corpi morti a prua e fissata con due cime a terra a poppa. In pratica, visto il posto, sono in una botte di ferro. Noi invece diamo fondo per la giornata in un'altra bella insenatura aperta solo a nord-est. In lontananza si vedono le montagne della Grecia continentale che insieme alle nuvole basse che si riflettono sull'acqua fanno di questo scorcio un paesaggio da cartolina. Pranziamo e poi ci godiamo il dolce far niente in pozzetto. La sera, al ritorno al Marina, scopriamo che Iannis ci ha assegnato un posto in banchina migliore di quello precedente. Più lontano dallo spazio riservato all'attracco del traghetto che due volte al giorno, alle 7.30 e alle 14.00, fa la spola tra Meganisi e Nidri. Poi scendiamo a terra e, facendo la spesa per rimpinguare la cambusa, troviamo anche la bombola del Camping Gas: la ciliegina sulla torta di questa bella e rilassante giornata.

(Giornale di bordo)

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