CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 6 luglio 2018

Plaka Leonidio - Spetses



La mattinata l'abbiamo trascorsa in porto. Oggi è il giorno di riposo per Valentina e Sofia e pertanto la flottiglia di "Greece sailing" ha la giornata libera. Possono decidere se restarsene in porto o fare un'uscita in mare da soli. In questo caso Vale spiega agli equipaggi di non rientrare troppo tardi in quanto i posti che attualmente occupano non sono prenotati. L'ABC, ma se viene ricordato è perchè queste regole non sono chiare a tutti. Comunque, i vari equipaggi sono più interessati ad affrontare gli ozii di una giornata sulla spiaggia limitrofa che una navigazione a vela. C'è anche da dire che il vento è pressochè assente: 2-3 nodi al massimo. Fatto il pieno d'acqua alla esorbitante cifra di 1 euro, prima di partire salutiamo le nostre amiche e una signora australiana di origine italiana che fa parte del gruppo, con la quale ci eravamo intrattenuti per un po' ieri sera. Procediamo a motore per un'oretta in direzione di Spetses. Puntuale, nel primo pomeriggio si alza un po' di vento che ci consente di navigare a vela ad una velocità accettabile. Spetses fa parte delle isole Saroniche. Come ad Idra, sull'isola non circolano autoveicoli, anche se in verità qualche taxi lo abbiamo visto. Ci si sposta generalmente a piedi, in ciclomotore o su calessi trainati da cavalli. Questi ultimi utilizzati, come sovente accade anche altrove, solamente dai turisti. Il suo nome ha un origine veneziana: "isola delle spezie". Venezia, infatti, la controllò dal XIII al XIV secolo. Come altre isole limitrofe, anch'essa ebbe un ruolo importante nella guerra d'indipendenza combattuta contro gli ottomani. Vi era infatti una delle più importanti basi navali greche. Recentemente avevo letto di Spetses in "Vent'anni di Mediterraneo", un libro di Goran Schild che qui aveva lasciato a svernare la sua Daphne per un paio d'anni nei primi anni sessanta. Nel 1962 scriveva: "L'inevitabile processo di cambiamento cui anche Spetses, come il resto della Grecia, andrà incontro avrà la sua origine nel turismo". Ed in effetti qui di turisti ce ne stanno proprio tanti. Noi entriamo in porto alle 16, dopo aver superato il canale che separa Spetses dall'antistante isola privata di Spetsopoula. Già leggendo il portolano avevo capito che gli spazi per le barche da diporto non sono molti. Avvicinandoci notiamo alcune barche a vela che stazionano alla fonda e con le cime a terra nell'area limitrofa all'ingresso del porto. Vediamo un bello spazio accanto ad una di esse. Ha lo scafo blu, bandiera francese ed equipaggio italiano. Terminata la manovra ci sediamo in pozzetto in attesa di scendere a terra in serata, appena farà un po' meno caldo. Poco prima del tramonto, una dopo l'altra arrivano una serie di barche a vela e a motore che si infilano nei pochi spazi rimasti liberi. E' normale, in situazioni nelle quali lo spazio è limitato e le barche che vogliono ormeggiare sono tante, che si debba essere comprensivi sulle distanze tra una barca e l'altra. Ma questo, a mio avviso, vale per le barche da diporto e non per le imbarcazioni che, per la loro dimensione, sono catalogate come navi. Invece, proprio una di queste, un bestione lunghissimo, alto almeno 25 metri e largo altrettanto si piazza proprio davanti ad un paio di barche a vela lasciando aperto a pochi metri dalla loro prua un vero e proprio garage in cui dentro mancava solo una Ferrari. Ma, mi dico, con un "coso" simile, perchè non te ne stai alla fonda al largo e ti fai portare a terra da un paio dei tuoi dieci marinai utilizzando il gommone di 15 metri che hai come tender a bordo? Poi penso che in questo periodo dell'anno per mare è meglio adottare un atteggiamento "zen". Verso le 19 raggiungiamo la riva a nuoto con gli abiti nella nostra solita sacca stagna. Facciamo una breve passeggiata in paese, giusto il tempo per fare qualche acquisto per rifornire la cambusa. Poi ce ne torniamo a bordo. Non posso dire che Spetses non ci sia piaciuta, ma non è il genere di posto che privilegiamo. Troppo "modaiolo" per i nostri gusti. D'altra parte, sempre nel 1962, Goran Schildt, riferendosi alla "fauna" che già a quel tempo frequentava l'isola scriveva: "Quella sera invadevano la spiaggia affaristi di origine orientale, megere americane dall'acconciatura curata, dame greche composte come animali ammaestrati, artisti inglesi omosessuali e giovani dalla brutta reputazione che avrebbero fatto meglio a restare nei locali notturni che rappresentavano il loro habitat naturale.... sfiniti dalle vane bevute, dai vani discorsi e dai vani tentativi di apparire soddisfatti e affabili, approdammo alla banchina quando il mattino era già splendido".

(Giornale di bordo)

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