CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 22 settembre 2018

Ormos Ay Iannou (Paros)- Ay Yeoryos (Sifnos)



Oggi tutto è tranquillo. Lasciando Paros avevo una mano di terzaroli, che però ho levato dopo poche miglia considerato che il vento, sempre da nord, non superava i 15-18 nodi. La traversata verso Sifnos è una passeggiata. Una trentina di miglia con il vento al traverso durante la quale abbiamo incrociato solo un paio di catamarani. Sulla carta nautica individuiamo all'estremità nord occidentale dell'isola un piccolo e stretto fiordo verso il quale ci dirigiamo: Ay Yeoryos. Prima di superare Ak Filippos, il capo poco più a nord, occorre fare molta attenzione ad un piccolo scoglio dalla forma pressoché circolare, Vk. Tsoukala, segnalato solo sulla carta ma difficilmente visibile ad occhio nudo. Si erge a qualche centinaio di metri a nord del capo stesso. Deve essere  una sorta di pinnacolo, visto che tutto intorno il fondale è di almeno un centinaio di metri di profondità. Oggi, con mare calmo, lo si individua facilmente grazie ai frangenti che ne segnalano la presenza, ma sono certo che sarebbe impossibile vederlo nel caso di mare mosso. Prima di entrare nel fiordo ammainiamo le vele. Dalle indicazioni del portolano non si capisce bene dove convenga ormeggiarsi. A parte due nudisti nascosti tra le rocce, la baia è completamente deserta. Nella sua parte meridionale c'e' un piccolo molo con alle spalle un'abitazione con le finestre sbarrate. Fatto un giro di ispezione do fondo all'ancora dalla parte opposta della stretta baia. Purtroppo il fondo è pessimo tenitore e devo ripetere la manovra ben quattro volte prima che l'ancora si decida ad agguantare. Ogni volta che la recupero tiro su di tutto, oltre ad ammassi di alghe e fango, anche un paio di pantaloni e uno scatolone in legno marcio. Con un po' di fatica, ma alla fine ce la facciamo. Il posto è da cartolina. Poco più tardi arriva un grosso catamarano con una decina di svizzeri tedeschi a bordo. Il suo boma sarà almeno a cinque metri d'altezza rispetto alla superficie dell'acqua!! davvero inguardabile. Ormeggiano non troppo lontano portando anche loro due cime a terra effettuando la manovra una sola volta. I casi sono due: o sono stati più abili o fortunati di noi, oppure non si sono accertati che l'ancora abbia agguantato veramente. Nella baia non c'e' un alito di vento e anche questa notte dovrebbe essere tranquillo. Mentre gli svizzeri sono attrezzatissimi e scendono a terra con il loro tender sul quale salgono nove persone, noi inauguriamo il canotto da bambino comprato ad Ermioni per ben 18 euro. Sulla scatola una scritta indica che la sua portata massima è di 55 kg., il che significa che di noi quattro solo Tania ha tale requisito. Ed infatti i primi tentativi di trasbordo si risolvono con una serie di rovesciamenti e relativi bagni in mare. Poi, ingegnandoci un poco, perfezioniamo la tecnica e alla fine riusciamo ad utilizzarlo quasi propriamente. Certo, non è proprio il massimo della praticita'. Scesi a terra ci sediamo in una delle due taverne che si affacciano sulla baia. Ordiniamo saganaki, fritto di pesce e vino bianco. Mentre ceniamo ad un tavolo posto a pochi metri dall'acqua, il proprietario pesca sotto i nostri occhi e con il tifo della piccola figliolanza un polipo enorme. Uno spettacolo nello spettacolo. Dopo cena facciamo due passi in paese, veramente minuscolo. Vi sono un paio di laboratori artigianali dove si producono oggetti in ceramica. Ma ciò che più mi colpisce è la terrazza di una casetta bianca che si affaccia sul fiordo con vista verso il mare aperto. Una vera chicca. Risalendo ancora arriviamo al piazzale dove si parcheggiano le auto, a quest'ora deserto. Di qui si ha una vista panoramica sulla costa settentrionale dell'isola che avevamo costeggiato arrivando. Una piccola perla Ay Yeoryos, a patto, se si arriva in barca, che non vi sia vento da ponente e di avere un po' di pazienza per effettuare un buon ancoraggio.

(Giornale di bordo)

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