CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 15 marzo 2019

Olympic Marina - Voufalo



Ci svegliamo presto. In cielo c'è qualche nuvola, ma non dovrebbe piovere. Il vento soffia da nord, il che significa, dovendo risalire il golfo di Petalion, averlo diritto sul naso. Lascio aperte tre alternative per la meta odierna. La prima è raggiungere Megalonisos, un'isola a circa una ventina di miglia dove potremmo ridossarci per la notte in una baia che si trova nel suo lato meridionale e che è indicata sul portolano come un buon ancoraggio. In questo caso potremmo anche risalire a vela di bolina stretta senza necessità di ricorrere al motore. La seconda opzione, che ci consentirebbe di fare qualche miglio in più, sarebbe quella di raggiungere Nea Styra, un'isola un pò più a nord rispetto alla precedente, dove si trova anche qui una baia ben ridossata dai venti settentrionali. La terza ed ultima possibilità, nel caso il vento girasse un po' a nostro favore, potrebbe essere infine quella di raggiungere già in giornata la baia di Voufalo che si trova poche miglia a nord dell'isolotto di Kavalliani. Usciti dal Marina alzo la randa nuova. La Elvstrom nella sua gamma produce per il cantiere dell'Hallberg Rassy delle vele in epex con alcune componenti in più rispetto a quelle che vende normalmente sul mercato. In particolare aggiunge alcuni rinforzi intorno alle bugne dei terzaroli e nelle zone dove sono infilate le stecche, oltre a delle cuciture più accurate. Alla nuova randa hanno anche inserito vicino alla penna il logo HR372, che quella precedente non aveva. Un po' di pubblicità gratuita a costo zero per il cantiere. L'epex è un materiale un po' più performante rispetto al dacron, senza raggiungere i costi delle vele in carbonio. Un buon compromesso tra prestazioni e sguardo al portafoglio. La vela nuova però è piuttosto rigida e quindi al momento di abbassarla, se la si vuole ripiegare per bene, occorre faticare un pochino. Per noi che viaggiamo sempre in due è un po' una seccatura, soprattutto quando c'è vento forte, ma dato che ciò era già accaduto con quella precedente so anche che fra un paio di stagioni la vela si ammorbidirà un poco rendendo la manovra più agevole. Procediamo a vela per un breve tratto lasciando a prua un grosso mercantile che si trova alla fonda davanti al porto di Lavrion. Soffiano 20 nodi e c'e' un po' d'onda che prendiamo al mascone. Habibti, come al solito, reagisce bene anche in queste condizioni di onde alte e ripide. Ogni tanto mi attendo che sbatta cadendo nel vuoto lasciato tra due onde più ravvicinate delle altre, invece le taglia come un coltello nel burro. Grande German Frers. Procediamo in questo modo fino al traverso di Rafina, dove decido per la soluzione che ci farà arrivare in serata a Voufalo. In questo tratto il capo di Maratona riduce in parte il moto ondoso e navigando paralleli alla costa dell'Attica risaliamo più agevolmente. La situazione cambia improvvisamente una volta superato il capo. Vento e onda aumentano nuovamente, ma qui per raggiungere Voufalo modifichiamo anche la rotta. Il che ci consente di prendere vento e onda al traverso e quindi di procedere ad una maggiore velocità. In questo tratto di mare incrociamo anche una tartaruga e qualche delfino. Questi ultimi sono di dimensioni più grandi e anche di colore più scuro rispetto a quelli che abbiamo incrociato fino ad oggi. Sembrano anche un po' più timidi in quanto si limitano a restare ad una cinquantina di metri dalla barca. Al tramonto raggiungiamo Voufalo. Si tratta di una baia molto ben protetta a metà del percorso tra Lavrion e Khalkis, facilmente individuabile anche da lontano in quanto si trova immediatamente sotto ad un gruppo di pale eoliche poste sulla collina alle sue spalle. Una lingua di sabbia che si protrae dalla terra ferma in mare per un centinaio di metri rende il luogo una sorta di perfetto porto naturale protetto in pratica da tutti i venti. Solo quello proveniente da sud-ovest potrebbe essere un poco fastidioso, ma non è quello odierno. Siamo soli, se si escludono un paio di pescatori che pescano dai loro gozzi. Purtroppo la profondità limitata ci impedisce di attraccare al piccolo molo che si trova davanti al paese. Gettiamo quindi l'ancora in mezzo alla baia e dopo aver coperto la randa e preso qualche fotografia ci rintaniamo al calduccio sottocoperta. Oggi abbiamo fatto una bella navigazione. Le 38 miglia percorse non sono state agevoli ma ci hanno consentito di portarci un giorno in avanti rispetto alla tabella di marcia che avevo preventivato. Il che, in questa stagione, in cui il tempo spesso è variabile, è senz'altro positivo.

(Giornale di bordo)

Nessun commento:

Posta un commento