CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 23 marzo 2019

Skiathos - Ormos Peristeri (Peristeri)



Nonostante la stagione turistica debba ancora iniziare e Skiathos sia al momento solo abitata da locali, la discoteca di cui mi avevano parlato alcuni amici e che a loro dire rendeva la permanenza notturna nel porto assolutamente sconsigliabile è stata aperta fino alle due del mattino. Fortunatamente la musica non ci ha infastidito, anche perchè il locale si trova all'estremità opposta rispetto a dove eravamo ormeggiati. Verso l'1 di notte sentendo gli schiamazzi di alcuni giovani con il tasso alcolico evidentemente un po' sopra alla norma non lontano da Habibti, mi sono affacciato per controllare che tutto fosse in ordine. Ragazzi lo siamo stati tutti e a quell'età, lo so bene, c'è sempre qualcuno che per dimostrarsi più disinvolto degli altri si lancia in qualche stupida bravata. Una volta che l'allegro gruppetto si è allontanato, il resto della notte passa tranquilla. Al mattino, quando apro il tambuccio per recuperare gli abiti che avevamo lasciato all'aria aperta sotto lo spray hood per togliere l'odore di sigaretta di cui si erano impregnati nel ristorante di ieri sera, scopro che nella notte abbiamo avuto un gradito ospite a bordo. Il mio pail blu è infatti pieno dei peli bianchi del gatto che ci guarda sornione dalla banchina proprio davanti a noi. Un giaciglio morbido e caldo quello che si era trovato il furbacchione. Una spazzolata e il pail ritorna pulito. E poi sono sempre contento quando vedo dei gatti in giro vicino alla barca. In questi posti, tanto più quando siamo ormeggiati all'inglese, sono sempre un po' preoccupato di una eventuale presenza di topi. E tutti sappiamo bene quale iattura significhi avere un topo a bordo. Anche oggi c'è il sole. Le previsioni danno vento forte sempre da nord-est in graduale diminuzione a partire da mezzogiorno. Ne approfittiamo quindi per fare ulteriori due passi risalendo nuovamente fino alla chiesa di Agios Nikolaos per uno sguardo sul paese, questa volta con la luce diurna. Ci sediamo su una delle panchine del piazzale antistante la chiesa riscaldati dal tepore dei raggi solari. Il bianco delle case e il color argilla dei tetti di tegole sono i colori predominanti. Dall'alto della nostra posizione si intravedono numerosi terrazzi. Su uno di essi un'anziana signora bagna i fiori nei vasi. Su un'altro c'è chi pulisce il pavimento. Su un'altro ancora un bambino sta giocando. Con discrezione entriamo per qualche attimo nella quotidianità del posto e ci interroghiamo come fosse qui la vita un tempo, prima che il turismo ne condizionasse ritmi e abitudini. Intanto cominciamo con il dire che Skiathos, insieme ad Alonissos, Skopelos e alcune isole minori che visiteremo nei prossimi giorni costituisce l'arcipelago delle Sporadi settentrionali. L'isola, che in estate quasi quadruplica la sua popolazione grazie ai turisti, negli altri periodi dell'anno non supera i 5000 residenti. E' diventata particolarmente famosa anche grazie al film con Meryl Streep "Mamma mia", ambientato sull'isola, anche se la maggior parte delle scene sono state girate per lo piu' negli studi di Hollywood. Storicamente essa svolse un ruolo importante ai tempi delle guerre persiane. Nel 480 a. C., infatti, la flotta del re persiano Serse venne colpita da una violenta tempesta e subì importanti perdite proprio nelle scogliere di Skiathos. Un evento che ebbe ripercussioni importanti sull'intera spedizione persiana che fallì definitivamente nella successiva battaglia di Salamina, con la vittoria definitiva di Atene. Una vittoria che condizionò i destini politici dell'intero mediterraneo per molti secoli a venire. Nel 1207 i fratelli Ghisi, originari di Aquileia in Friuli, ma legati a Venezia e alla sua aristocrazia, catturarono l'isola e vi edificarono una fortezza sul mare, il Kastro, per proteggere gli abitanti dai frequenti attacchi dei pirati. Ancora oggi se ne possono vedere le rovine nel lato settentrionale dell'isola. Poi fu il turno degli ottomani e infine, dopo la guerra d'indipendenza del 1821, divenne greca. Seduti comodamente al sole ripercorriamo con la fantasia le tappe di questa storia, cercando di immaginarci le sensazioni che debbono aver provato i suoi abitanti allorquando all'orizzonte non comparivano i traghetti della Hellenic Seaways, che la collegano alle altre isole e alla terraferma, bensì le navi dei pirati turchi. Dopo un ultimo passaggio al vecchio porto, dove i bassi fondali non consentirebbero l'approdo ad una barca a vela, ci prepariamo alla partenza. Si è fatto mezzogiorno e soffiano ancora una ventina di nodi. Apriamo randa e genoa e lasciamo il limitrofo isolotto di Nisidha Tsoungria sulla sinistra puntando su Ak. Miti, il capo sud occidentale di Skopelos. Navighiamo al gran lasco ad una velocità di quasi 7 nodi. Una volta superato quest'ultimo proseguiamo parallelamente alla costa meridionale dell'isola. Qui il vento catabico porta raffiche violente ed improvvise. Con la mano costante sulla scotta della randa che laschiamo e cazziamo a seconda della necessità raggiungiamo Ak. Velona e poi attraversiamo Steno Alonisou, dove il vento diventa più regolare. Decidiamo di continuare la nostra navigazione odierna a vela e quindi di dirigerci dove il vento ci consente di andare nel modo più diretto. Risalendo di bolina stretta la prua punta su Nisos Peristeri, un'isola pressochè disabitata prospiciente la costa meridionale di Alonissos. Scattiamo da lontano alcune fotografie dell'alto isolotto di Nay Yeoryos, che si erge roccioso e possente in mezzo allo stretto di Alonissos e alla costa meridionale di quest'ultima dove si trovano alcuni ancoraggi che giocoforza siamo costretti a saltare. Nel tardo pomeriggio, dopo una bellissima navigazione a vela, diamo fondo a Ormos Peristeri, la più bella e protetta delle baie dell'omonima isola. Qui troviamo un gozzo con un paio di pescatori che a segni ci fanno capire che possiamo tranquillamente avvicinarci alla spiaggia che si trova in fondo al piccolo fiordo. Li ringrazio ma non rinuncio al mio solito giro d'ispezione. Poi diamo fondo proprio in mezzo alla baia. Sulle pendici delle colline circostanti si trovano un paio di piccole abitazioni con i muri in calce bianca e i tetti in tegole. L'energia è fornita da alcuni pannelli solari, ma al momento paiono disabitate. Il luogo è veramente idilliaco e in grazia di Dio prendiamo un aperitivo in pozzetto brindando alle 25 miglia percorse quest'oggi.

(Giornale di bordo)   

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