CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 30 luglio 2019

Asmalikoy (Marmara Adasi) - Ygitler (Avsa Adasi)


La tappa di oggi e' molto breve: 11 miglia. Per cio' ci alziamo con calma prendendo tutto il nostro tempo per fare colazione e per prepararci a partire. Il nostro vicino ci dice che restera' qui almeno per un altro giorno e che decidera' sul da farsi in base all'evoluzione delle previsioni. Ci fa presente infatti che e' atteso vento forte. Non so a che sito faccia riferimento in quanto consultando i tre o quattro portali meteo ai quali sono solito fare affidamento non vedo cattivo tempo in arrivo, al contrario mi sa che almeno domani ci attendera' una bella "smotorata". Mentre siamo seduti in pozzetto a far colazione arriva Umit con almeno un chilo di sardine fresche in una ciotola. Un altro suo apprezzatissimo regalo. Con calma le pulisco per bene. Un lavoro davvero certosino, ma saranno un ottimo condimento per una pasta a cui aggiungero' anche dei pomodorini. Il cielo e' sereno e gia' nelle prime ore della mattinata il caldo si fa sentire. Verso le 11, dopo aver salutato per l'ultima volta i nostri amici e aver rabboccato il serbatoio dell'acqua, molliamo l'ormeggio. Anche questa seconda sosta ad Asmalikoy ci lascia un ottimo ricordo. Usciti dal porto avanziamo con il motore a 1000 giri e il genoa aperto prendendoci il tempo necessario per effettuare la breve attraversata verso Avsa Adasi. Un'isola che gia' in parte conosciamo essendoci fermati a Mavi Koy all'andata verso Istanbul. Questa volta ci dirigiamo a Ygitler, un piccolo paese sulla costa orientale dell'isola prospiciente all'isolotto di Pasalimani. Entriamo nel piccolo porto verso mezzogiorno. Alla lunga banchina sono ormeggiate all'inglese una barca a vela e due a motore, mentre un enorme peschereccio che ci pare in disuso occupa l'angolo settentrionale del porto. Ci accoglie un signore che supponiamo sia l'harbour master, anche se e' proprietario del taxi giallo parcheggiato poco distante nel piazzale. Ci indica dove ormeggiare e ci aiuta con le cime e il cavo dell'elettricita'. Lo strumento della profondita' indica 2,3 metri. Sufficienti, ma un po' al limite. Cerco di capire, spiegandomi a gesti, se l'attuale livello dell'acqua rimarra' costante o se qui vi siano delle variazioni dovute ad un'eventuale leggera marea, ricevendo a tale ultimo proposito una risposta negativa. In ogni caso, prudenzialmente, preferisco fare un tuffo in acqua e sincerarmi della situazione sotto la chiglia. Noto che nel caso indietreggiassi di qualche metro il fondale sarebbe significativamente piu' profondo, quindi risalgo a bordo e sposto Habibti di quel che serve per trascorrere una notte tranquilla. Tornato in acqua, controllo anche che i bulloni dei nuovi zinchi siano ben serrati, poi, con gran soddisfazione della "ciurma" passo ai fornelli. Le sardine di Umit arricchiscono a dovere gli spaghetti "De Cecco" a cui aggiungo anche dei pomodorini appena ammorbiditi, aglio, olio e un po' di peperoncino. Dei 500 grammi di pasta utilizzati non resta nulla e c'e' stato anche chi ha fatto la scarpetta direttamente nella padella. Attendiamo che il sole cali un poco prima di fare un salto nel limitrofo paese. Dietro alle case che si affacciano sul porto si stagliano la cupola della moschea e il minareto. Il paese e' piccolino, con qualche esercizio commerciale sul lungomare. Lo si visita in meno di un quarto d'ora. Decidiamo allora di prendere uno dei taxi che sono parcheggiati sulla piazza principale e andare a Turkeli, il paese principale dell'isola che dista soli 4 chilometri al di la' della collina. Qui, ai primi di aprile la maggior parte dei negozi erano chiusi e le vie pressoche' deserte, ora invece e' pieno dai turisti, esclusivamente turchi. Andiamo a colpo sicuro prima dal fornaio, in una piccola via laterale, poi al supermercato e infine nel negozio che vende i vini dell'azienda Buyulubag, lungo la via principale. Con Tania assaporiamo il gusto di ritrovarci in un luogo fuori dalle normali rotte turistiche ma a noi familiare. Ci sediamo a bere un the' ad uno dei tavolini del bar davanti al molo dove attracca il traghetto e, sceso il buio, con un altro taxi ci facciamo riaccompagnare in barca. Il caldo della giornata ci ha un po' affaticati e domattina ci dovremo svegliare presto dovendo percorrere una delle tratte piu' lunghe di questa tappa del viaggio.

(Giornale di bordo)

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