CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 27 luglio 2019

Fenerbahce Marina


Il nostro arrivo ad Istanbul per riprendere la navigazione verso sud e' stato posticipato di quasi un mese a causa di impegni di lavoro. E' la prima volta che lasciamo per cosi' tanto tempo Habibti inattiva in acqua. Sono infatti trascorsi quasi quattro mesi da quando l'abbiamo salutata in aprile. In tutto questo periodo Ahmat si e' preso cura di lei, lavando la coperta settimanalmente e rimediando ai piccoli inconvenienti provocati dai corvi che infestano quest'area del Mar di Marmara. In settimana la carena e' stata pulita da un subacqueo che, molto professionalmente, a lavoro terminato, mi ha inviato un filmato di quanto effettuato. Ed e' guardando questo breve video che ho notato che uno dei tre anodi in zinco posti sul piede dell'elica non c'era piu'. Probabilmente i bulloni non erano stati stretti a dovere ed e' andato perso in uno dei tratti di navigazione percorsi a motore durante la nostra risalita verso Istanbul. Fortunatamente per rimetterne uno nuovo non e' necessario alare la barca ed e' cosi' che tramite Ahmat chiedo al sub di venire a montarlo domani mattina, utilizzando l'anodo di riserva che ho a bordo. Arriviamo all'Havalimani Airport a mezzanotte, prendiamo un taxi e un'ora piu' tardi siamo di fronte ad Habibiti. Ahmat, che avevo avvertito telefonicamente del nostro arrivo, ci stava aspettando perche' ce lo ritroviamo inaspettatamente sul pontile appena posati i bagagli a terra. Ci aiuta a portarli a bordo. Un gesto veramente gentile da parte sua. Ci diamo appuntamento per l'indomani alle 10, insieme al sub, per installare l'anodo mancante. Cominciamo a sistemare i bagagli a bordo, tra cui anche l'alternatore e il motorino d'avviamento di riserva che mi sono fatto spedire dall'Hallberg Rassy. Tra una cosa e l'altra spunta l'alba e ci mettiamo a letto che sono quasi le 6. Qualche ora di sonno e verso le 9 arrivano Marco ed Elena che ci accompagneranno per un pezzo lungo questa tappa che ci condurra' fino a Cesme. Il piacere di rivederli ci fa presto dimenticare la stanchezza dovuta alle poche ore di riposo e al duro periodo lavorativo di questi ultimi mesi. Ci hanno preceduto ad Istanbul di alcuni giorni per visitare la citta' di cui sono rimasti favorevolmente impressionati. Puntuali, alle 10 arrivano Ahmat e il suo amico sub. Montare il nuovo anodo non richiede molto tempo. Cambio anche quello triangolare posto dietro all'elica. L'assenza di quello piu' grande ha fatto si che in questi mesi si sia particolarmente consumato. L'ulteriore terzo anodo e' invece in buone condizioni, motivo per cui deduco che la corrente galvanica non dovrebbe aver fatto danni. Si trattera' ora di controllare di tanto in tanto che i relativi bulloni non si allentino nuovamente con il funzionamento dell'elica. Operazione che faro' regolarmente nei giorni a seguire. Mentre Tania ed Elena vanno a ritirare la biancheria che avevamo lasciato in tintoria ad aprile, con Marco ci facciamo accompagnare in un negozio di nautica dove compro uno zinco come quello andato perduto da tenere a bordo di riserva. Quello piu' piccolo invece non e' disponibile e me lo procurerero' alla prima occasione. Sempre con l'aiuto di Marco salgo in testa d'albero per dare una controllata alla stazione del vento, ai bozzelli delle drizze, alle sartie e alle crocette. Approfitto per cambiare l'agglomerante consumato intorno ai vari arridatoi. Tutto mi pare in ordine. In un negozio di Turkcell compriamo due nuove schede, una per il telefono e l'altra per l'I-pad. Purtroppo una nuova legge impedisce ai non residenti in Turchia di rinnovare le schede attivate da piu' di tre mesi, come nel nostro caso. Fa decisamente caldo e l'aria condizionata sparata a palla nel negozio di telefonia mi provochera' un mal di gola che mi portero' dietro per alcuni giorni. Per pranzo ci sediamo ad uno dei tavoli della "Divane Brasserie", un ristorante del Marina di cui conserviamo un buon ricordo e che, anche questa volta, non delude le nostre aspettative. E' venuto il momento di fare cambusa. A parte l'acqua non esageriamo negli acquisti, in modo di poter approfittare delle prossime soste per concederci qualche uscita serale al ristorante. Verso sera la stanchezza comincia a farsi decisamente sentire e quindi non ci resta che ritirarci in cabina per un meritato riposo. Domani si riparte.

(Giornale di bordo)

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