CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 25 ottobre 2019

Bodrum


Ci svegliamo all 6,30 e fatta una rapida colazione ci prepariamo a partire. Alle 8 lasciamo il Marina, con l’assistenza di un ormeggiatore che con il gommone da il solito colpetto sul mascone per facilitare la manovra, visto che le varie barche intorno e davanti a noi sono pigiate come sardine. L’elica di prua, che ho provato ad utilizzare, continua a consumare un sacco di corrente. Lo sentivo io che continua ad esserci qualcosa che non va! Attraversiamo la baia di fronte a Bodrum in un mare piatto come l’olio. Passiamo accanto a qualche caicco e ad altre barche alla fonda. Con il sole negli occhi non è facile individuare da lontano quale sia lo “Yat Lift”. In quella zona, infatti, non è l’unico cantiere. Poi, mano a mano che ci avviciniamo riconosco le due darsene e l’enorme “travel lift” giallo da 160 tonnellate. Arriviamo puntuali alle 8,30. Il personale incaricato dell’alaggio e’ già lì che ci aspetta. Gli passo quattro cime che fisso alle gallocce poste alle estremità della barca, caliamo a terra i bagagli e Habibti viene imbragata per bene e sollevata dall’acqua. Il che e' sempre un’emozione. Poi dopo un approfondito lavaggio della carena con l’idropulitrice, viene messa su un altro “travel lift” più piccolo che lentamente la porta nel posto assegnatole dove è collocata nel suo invaso. Il tutto viene fatto in modo estremamente professionale, sotto gli occhi attenti e le direttive del capo cantiere. Faccio qualche fotografia dello scafo, dal gavone tiro fuori la catena dell’ancora che metto per bene su un trespolo in ferro sotto la prua, copro la ruota del timone e la colonnina con l’apposito cover, fisso per bene il boma con una ulteriore fettuccia legata ad una galloccia, chiudo a chiave il tambuccio e, infine, con un po’ di magone, scendo i gradini della scaletta in alluminio appoggiata a poppa. Non ci resta che passare in ufficio e lasciare a Mustapha la lista dei lavori da fare. Il cantiere provvederà anche a rinnovare il “transit log” prima del nostro arrivo. Alle 11 salutiamo la “piccola” e con un taxi andiamo in albergo. Oggi abbiamo ancora una cosa importante da fare: andare a Turgutreis, che si trova ad una ventina di chilometri da qui, per dare un’occhiata al Marina. Fare il tragitto a bordo del “cinquantino” che abbiamo affittato ci porterebbe via un sacco di tempo, così lo sostituiamo con una “potente” 125 di cilindrata. Raggiungiamo Turgutreis percorrendo la veloce superstrada. Il Marina ci fa una buona impressione. Le strutture al suo interno sono tenute molto bene, è sorvegliato da un apposito servizio di sicurezza e le barche ai diversi pontili non sono compresse le une contro le altre come nel Marina di Bodrum. È vero, quest’ultimo si trova in una baia ben riparata dal Meltemi, che qui in estate è il vento prevalente, mentre il Marina di Turgutreis, trovandosi sulla costa, risulta più esposto, ma la diga foranea ed i pontili sono nuovi e ben fatti e quindi questo aspetto non dovrebbe costituire un problema. All’ufficio del Marina sono gentili. Dopo aver fatto i miei conti, escludo l’eventualità di dividere il soggiorno, metà qui e metà nel Marina di Gokova, un poco più ad est e sempre appartenente alla società “D-Marin”. Una soluzione che ci avrebbe permesso di risparmiare un po’ di miglia qualora il programma che ho in mente per il prossimo anno venisse confermato, ma che non ci consentirebbe di usufruire delle tariffe più basse che qui sono applicate in caso di un soggiorno più prolungato. Inoltre, firmando un pre-contratto entro la fine di quest’anno e pagando anticipatamente, su base mensile, il canone dovuto, usufruiremo dei prezzi applicati nel 2019, con un ulteriore piccolo risparmio. Alla luce di tutto ciò, mi sa tanto che Turgutreis sarà la nuova casa di Habibti la prossima estate. Facendo un ulteriore giro sul pontile che probabilmente ci verrà assegnato facciamo conoscenza di un signore turco assai originale, proprietario di un vecchio e un po' malandato Oyster che possiede da 30 anni. La cittadina di Turgutreis non e' mondana come Bodrum. Ci sembra essere decisamente meno frequentata da stranieri, il che per certi aspetti potrebbe anche essere un vantaggio. Dopo pranzo percorriamo la litoranea verso Husseyn Burun, ai cui lati sorgono numerosi complessi residenziali. Sono quelli che avevamo visto dal mare arrivando da Pserimos. Da vicino fanno un’impressione decisamente migliore, soprattutto grazie al fatto che ciascuna villetta ha il proprio giardino ed è circondata colorate bouganville. Troveremo lo stesso genere di costruzioni lungo tutta la strada che, tra curve e saliscendi, ci condurrà nuovamente a Bodrum lungo la costa. Ceniamo da “Gemibasi” un altro dei più vecchi ristoranti della zona, consigliatoci dal taxista che stamattina ci ha portato dal cantiere all’albergo. Un’altra cena ottima: la solita insalata di polipo, seppie ai carciofi, gamberoni alla griglia e triglie fritte, sempre con un buon "raki". Rientrando in hotel prendiamo un cono gelato al "Caffe' del Corso" e poi non ci resta che andare a dormire.

(Giornale di bordo)

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