CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 5 ottobre 2019

Cesme - Nargis Koyu


Ci siamo svegliati presto. Il vento forte da sud è cessato anche se in cielo ci sono ancora dei grossi nuvoloni neri che minacciano pioggia. Tuttavia le previsioni annunciano un netto miglioramento in giornata e anche i prossimi giorni dovrebbero esserci favorevoli dovendo scendere verso sud. Prima di partire paghiamo il Marina che si è rivelato un buon posto per lasciare la barca incustodita per un breve periodo. Come tutti i Marina in Turchia, anche questo è meno economico di quanto uno si aspetti, ma rispetto a quelli italiani essi offrono nella media una qualita' di servizi migliore. Recupero anche le chiavi di riserva di Habibti che avevo lasciato in custodia e che se non fosse stato per Tania rischiavo di dimenticare. Facciamo gasolio e partiamo per l'ultimo tratto della navigazione programmata per quest'anno. Usciti in mare c'e' una leggera brezza da nord ed apriamo subito le vele. Procediamo al traverso, facendo attenzione ad un paio di mede non lontane dal porto, fino a superare il capo posto tra la terra ferma e l'isolotto di Bogaz Adasi. Poco dopo, incrociamo una motovedetta della Guardia Costiera turca che pattuglia questo tratto di mare davanti all'isola greca di Chios. In questo periodo anche qui vi sono molti sbarchi clandestini. Una realta' di cui qui nessuno, almeno apparentemente, sembra far troppo caso e che pare procedere parallelamente alla vita degli abitanti del posto e dei turisti che lo frequentano. Invece, anche qui, il problema sta assumendo dimensioni sempre piu' preoccupanti con campi profughi che ospitano piu' del doppio delle persone per i quali sono attrezzati, sia in Grecia che in Turchia. Anche noi, se non fosse per le notizie che leggiamo sui media, guardandoci intorno non percepiamo minimamente questa triste realta'. Il blu intenso del mare, del cielo, il rumore gentile del vento sulle vele, il sole ancora caldo di queste latitudini ci offrono uno scenario ben lontano da quello della gente in fuga da zone di guerra o semplicemente alla ricerca di una vita migliore. Mentre condivido queste mie riflessioni con Tania, il vento cala leggermente e quindi tiro fuori il code 0, che teniamo montato fino a capo Karaabdullah Burun. In prossimita' di quest'ultimo ci sono un po' di giri di vento, poi questo gira ad est e dal gran lasco passiamo alla bolina. Facciamo un primo tratto ad una velocita' costante di 6 nodi, poi il vento scompare e non ci resta che accendere il motore. Lasciamo sulla nostra sinistra una serie di profonde baie che offrono un ridosso perfetto dai venti settentrionali. Peccato che alcune di esse siano in parte rovinate da una serie di costruzioni in cemento che mal si integrano con l'ambiente circostante. Sul crinale spiccano diversi campi di pale eoliche, una fonte di energia alternativa, ma che deturpa anch'essa il paesaggio. Nel pomeriggio il vento gira nuovamente e si mette a soffiare da sud rendendo la maggior parte di questi ridossi poco efficaci. L'unico riparo adeguato dai venti meridionali che individuo sulla carta nautica in questa zona e' una piccola baia che costituisce una sorta di prolungamento ad est di quella piu' grande di Sarpedere Koyu. Si chiama Nirgis Koyu e per raggiungerla occorre superare numerosi allevamenti ittici. In questo tratto di mare incrociamo quattro barche a vela e un paio di pescherecci. Non e' un gran traffico, ma sta ad indicare che la stagione turistica non e' ancora del tutto terminata. Nella piccola baia, che speravo di trovare deserta, sono alla fonda una barca  turca che ci ha preceduto di poco e tre vele, rispettivamente con bandiera inglese, tedesca e brasiliana. Quest'ultima, da buona barca "carioca", ha lo scafo di colore viola. Il luogo e' incantevole, immerso in una natura incontaminata e totalmente ridossato dall'onda che arriva da sud. Faccio un bagno, anche per controllare lo stato dell'opera viva dopo alcuni mesi di sosta in porto. E' pulita. Solo l'elica e gli anodi sono piuttosto incrostati. Ci godiamo un aperitivo seduti a prua e appena il sole tramonta dietro la collina preparo due "cordon bleu" e un'insalata che mangiamo in pozzetto al suono del bouzouki del mitico Tsisanis,  prima che scenda i buio. Mentre stiamo andando a letto, all'ora delle galline, visto che sono da poco passate le 20, nella baia arriva un caicco che da fondo alla giusta distanza dalle altre barche presenti. Si chiude così una bella giornata di mare. Le miglia percorse oggi sono state 21.

(Giornale di bordo)   

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