CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 4 ottobre 2019

Cesme


Ieri mattina, dopo circa un mese e mezzo di intenso lavoro in quel di Kabul, abbiamo finalmente preso i voli della Turkish che ci hanno portato prima ad Istanbul e poi a Smirne. Atterrati  in quest'ultima destinazione abbiamo atteso a lungo i bagagli. Non vedendoli arrivare, mentre stavamo ormai per rivolgerci all'ufficio competente per rintracciarli, veniamo avvicinati da un'impiegata dello scalo. Con un bel sorriso ci dice che nel caso stessimo attendendo dei bagagli provenienti da uno scalo internazionale occorre ritirarli in un altro terminal. Rincuorati da questa notizia, che poteva esserci comunicata da qualcuno un po' prima, seguiamo le indicazioni impartiteci e dopo una lunga camminata ritroviamo finalmente le nostre due sacche che riconosciamo da lontano essendo "incelofanate" all'afghana maniera. Non ricevere i bagagli dopo un viaggio di circa 11 ore non sarebbe stato per nulla piacevole, anche perche' ad ogni pausa lavorativa arriviamo sempre molto stanchi e ogni intoppo, anche banale, diventa pesante da gestire. In questi ultimi 45 giorni ho avuto a che fare, oltre che con le varie questioni lavorative, non sempre facili in un contesto bellico come quello afghano, anche con altri inconvenienti di diversa natura. Tra questi, il dover risolvere a distanza alcuni piccoli problemi tecnici di Habibti. Mentre chiedere ed ottenere che Mazlum Marine sostituisca i quattro pulsanti dei winch elettrici della Lewmar con altrettanti nuovi non e' stato difficile, piu' complessa e' risultata essere l'interlocuzione riguardo il malfunzionamento dell'elica di prua, soprattutto a causa della difficile comunicazione a livello linguistico. Dopo un po' di sforzo per decifrare gli incomprensibili whatsapp inviatimi da Selma, l'unica impiegata di Mazlum Marine che parla un inglese approssimativo, alla fine riesco ad intuire che il problema sembra dipendere dalle batterie dei servizi ormai affaticate, e che quindi occorre sostituire. La seconda difficolta' che ho dovuto affrontare ha riguardato invece lo sdoganamento di un pacco con alcuni pezzi di ricambio che mi ero fatto spedire dall'Hallberg Rassy. Un vero incubo, non solo per la difficolta' ad entrare in contatto telefonico con l'ufficio di Istanbul dell'UPS, ma anche per l'ammontare vessatorio dei costi necessari per lo sdoganamento. Dopo una serie infinita di mail inviate a Ellos, in Svezia, al sempre disponibile Ludvig e a Cesme alla succitata Selma, alla fine, con un po' di fatica, riesco comunque a venirne a capo. Un'esperienza, quella di farsi spedire pezzi di ricambio in Turchia, che non ripetero' mai piu' e che sconsiglio vivamente a chiunque. Atterriamo a Smirne alle 15,30 e alle 17,00 prendiamo un autobus della Havas che con la modica cifra di 30 lire turche a testa, vale a dire meno di 5 euro, in un'oretta di tragitto ci porta fino a Cesme. Qui prendiamo un taxi fino al Marina dove ritroviamo Habibti in ordine e perfettamente pulita. Onur ha fatto egregiamente il suo lavoro e merita tutti i 100 euro pattuiti per sorvegliare e lavare settimanalmente la barca durante la nostra assenza. Dopo aver sistemato i bagagli a bordo andiamo a cena in uno dei ristoranti che si affacciano sul Marina. Vongole veraci, gamberoni alla piastra e calamari con salsa piccante, il tutto accompagnato da qualche bicchiere di raki. Fa fresco e c'e' molta meno gente rispetto al mese d'agosto. Siamo veramente stanchi e dopo una doccia andiamo volentieri a dormire. Ci svegliamo alle 9, felici di trovarci qui, in vacanza, in un mondo cosi' diverso da quello in cui solitamente viviamo in Afghanistan. Chiamo Onur dicendogli di passare nel pomeriggio per ritirare quanto gli spetta. Dopo essere passati a prenotare il parrucchiere per Tania, andiamo da Mazlum Marine a ritirare il famoso pacco e a saldare il nostro debito. Poi è la volta di Turkcell dove dobbiamo rinnovare l'abbonamento telefonico trimestrale indispensabile per disporre di internet e poter controllare le previsioni meteorologiche. Oggi soffia  un vento forte da sud e ne approfittiamo per preparare Habibti alla partenza prevista domani. Metto le scotte, che sono solito togliere nei periodi in cui non utilizziamo la barca, e do una pulita con l'aspirapolvere sottocoperta. In serata andiamo a fare cambusa in un supermercato poi, fatti due passi in centro, ci sediamo in un ristorante dall’aspetto economico dove ordiniamo del shawarma di agnello con patatine fritte e insalata verde. Mentre stiamo finendo di cenare, seduti all'aperto, comincia a cadere qualche goccia di pioggia che si trasforma in un vero e proprio temporale mentre stiamo rientrando in barca con un gelato in mano. Ci ripariamo sotto il tendone di un negozio della via pedonale. Tuoni, fulmini e il centro cittadino resta per una buona mezz'ora senza elettricita'. Appena la pioggia diminuisce ci incamminiamo nuovamente e al buio raggiungiamo il Marina. Una volta a letto sprofondiamo immediatamente in un sonno profondo.

(Giornale di bordo)

Nessun commento:

Posta un commento