CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 15 ottobre 2019

Lipsi


Facciamo colazione con Linda e Dale in un bar limitrofo al porto. La cameriera è una giovane ragazza sorridente con dei grandi tatuaggi sulle braccia. Quando ci chiede cosa desideriamo, per un attimo tutti noi ci guardiamo un po' stupiti, come a chiederci se ci troviamo effettivamente in Grecia. La sua parlata infatti ha un fortissimo accento americano, di quelli nasali, inconfondibilmente “yankee”. In modo forse un po’ indiscreto le chiediamo di dove sia. Ci risponde che la sua famiglia è originaria di Lipsi ma che lei è nata e cresciuta in Ohio. Un paio di anni fa ha deciso di trasferirsi nel paese dei genitori ed e' molto soddisfatta di questa scelta. Tutte le porzioni sono enormi, qui a Lipsi. Ieri sera quelle del ristorante, stamattina la colazione. Il cornetto che mi portano equivale a tre cornetti nostrani e il “French breakfast” di Dale e' veramente impressionante. Mentre siamo seduti al bar seguo da lontano la manovra dei nostri vicini tedeschi che se ne stanno andando. Fortunatamente recuperano la loro ancora con attenzione ed evitano di spedare la mia, dato che ieri avevano steso la loro catena sulla linea d’ancoraggio di Habibti. Poi, una dopo l’altra, partono anche le altre barche. Con Linda e Dale concordiamo di rivederci domani a Lakki, in quel di Leros. Oggi noi vorremmo visitare un po’ Lipsi a partire dalla locale azienda vinicola di cui Tania ha già visto le indicazioni per come raggiungerla. Dal piazzale antistante la chiesa si gode un’ottima vista sul porto. Habibti è rimasta tutta sola soletta e segretamente spero che resti così fino alla nostra partenza domani. Pia illusione. Dopo un giro in paese affrontiamo la strada in salita che conduce alla “Lipsi Winery” che però troviamo chiusa. Lungo la strada ci sono alcune ville restaurate. La più bella sovrasta una delle tante chiesette bianche e blu di cui è cosparsa l’isola. Sempre a piedi raggiungiamo un’altra chiesetta che si trova sul crinale, da dove si vedono le isole di Arki e Leros. Nelle rade meridionali di Lipsi, ben ridossate dai venti settentrionali di questi giorni, ci sono alcune barche alla fonda. Quindi torniamo in paese percorrendo una strada diversa dall'andata, che si affaccia sulla parte settentrionale dell’isola. Anche qui vi sono una serie di villette restaurate che probabilmente vengono affittate d’estate ai turisti. Intanto in porto cominciano ad arrivare nuove barche. Accanto a noi, sulla sinistra, ormeggia un Oceanus 54 blu con bandiera turca. Più tardi, a dritta, arriva un charter con quattro nordici a bordo, probabilmente finlandesi. Entrambe sono barche enormi ed Habibti, nel mezzo, sembra un guscio di noce. Pranziamo in pozzetto: gnocchi al gorgonzola e pomodorini. Come il giorno precedente, man mano che passano le ore, il porto si riempie. Quasi tutte le barche sono charter a vela. Arriva anche il Cyclades 50 che ha rischiato di “cilindrare” Habibti a Patmos. Oggi ormeggia dalla parte opposta della banchina. Poi giunge un enorme catamarano, anch’esso con equipaggio tedesco, che ormeggia di poppa senza dare fondo all’ancora. “Ma ce n’è bisogno?”, sentiamo chiedere dallo skipper a Manolis. Mi chiedo come le compagnie di charter possano dare in mano a degli sprovveduti barche di queste dimensioni che, con una manovra sbagliata, potrebbero fare danni enormi. Verso sera, quando i negozi riaprono, torniamo in paese e compriamo due bottiglie di vino locale, giusto per non smentire la nostra tradizione. Poi telefono a Mario, un amico che ha la barca a Leros, per vedere se per caso fosse da quelle parti. Se così fosse domani potremmo incontrarci. Mi risponde da Roma. Ha terminato la stagione da un paio di settimane e “Aristidine” è già nel suo invaso in cantiere. Anche quest’anno non siamo riusciti ad incontrarci. Peccato. Ci riusciremo il prossimo? Trascorriamo la serata in pozzetto gustandoci un paio di bicchieri di orzo ed ascoltando un po’ di “rebetiko”. Sulla parte opposta della banchina si sono aggiunti un paio di caicchi. Su uno di essi c’è un’allegra comitiva di italiani. Ascoltano canzoni napoletane e man mano che le ore passano diventano sempre più allegri e chiassosi. Probabilmente a causa degli effluvi di Bacco. Pare proprio che se la stiano godendo.... e va bene così!

(Giornale di bordo)

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