Ed ecco arrivato il momento di rimettere nuovamente Habibti a terra. La mattina scorre lenta, tra le ultime cose da fare in barca e il restituire la chiavetta per l'acqua e l'elettricità al Marina per ottenere indietro la cauzione. Alle 12 lasciamo il pontile. Facciamo il pieno di gasolio e puntuali arriviamo davanti allo Yat Lift. Gli inservienti del "travel lift" stanno teminando la loro pausa pranzo. Con gesti sicuri e collaudati imbragano per bene Habibti e la tirano fuori dall'acqua. Arriva anche Mustapha, il responsabile del cantiere, che assiste alle ultime operazioni. Ci chiede quando pensiamo di rimettere la barca in acqua al fine di posizionarla correttamente sull'ampio piazzale. Gli rispondiamo che l'auspicio è di ritornare verso fine marzo del prossimo anno. Lo diaciamo fiduciosi, nella speranza che non si ripeta ciò che è accaduto quest'anno. Cerchiamo di pensare positivo, anche per rendere meno triste la separazione. Arriva anche Ozgur che è venuto a portarci il copri timone che avevo fatto riparare. Ci accompagna in macchina fino all'hotel che avevamo prenotato. E' lo stesso dell'anno scorso, solo che un anno fa non ci avevano ricevuto con le mascherine. E' proprio vero che nella vita non bisogna mai dare nulla per scontato. Ed è per questo che ogni momento dovrebbe sempre essere vissuto a fondo. Senza pensare troppo all'avvenire e senza rimpiangere ciò che, nel bene o nel male, ormai è passato. Cercando di mantenere sempre un atteggiamento positivo nei confronti della vita e delle sue esperienze che, anche quando sono negative, in fondo finiscono con l'arricchirci ancor di più. "Da ogni impedimento deriva un giovamento", è solito dire un amico. La sera ceniamo da "Gemibasi". Casualmente ci ritroviamo seduti allo stesso tavolo, posto al primo piano, dello scorso anno. Il tempo passa, ma è bello essere qui, insieme, con gli stessi immutati sentimenti l'uno per l'altra. In fondo è questo il più bel regalo che la vita ci può fare.
(Giornale di bordo)
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