CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 26 marzo 2021

Bodrum


Dopo diversi mesi trascorsi a Riad e superate le difficoltà connesse all'incertezza dei voli in questo periodo di pandemia, finalmente ieri notte siamo riusciti a lasciare l'Arabia Saudita direzione Istanbul. Una volta ricevuto il risultato negativo del test Covid fatto 24 ore prima, l'ultima difficoltà prima della partenza è stata quella di riuscire a fare imbarcare sull'aereo il rotolo di moquette nuova comprata per Habibti che, in modo un po' rocambolesco, ero riuscito a fare arrivare a Riad dalla Svezia. Superato anche quest'ultimo ostacolo alle 1.40, in perfetto orario, decolliamo dal King Salman Airport. All'esterno, nonostante si sia solo a fine marzo, ci sono già 40 gradi di temperatura. Dopo 4 ore di volo atterriamo ad Istanbul. Qui i gradi sono solo 3. Una bella differenza. L'aeroporto è quasi deserto. Senza problemi superiamo il controllo passaporti e dopo una breve attesa alle 8.55 decolliamo alla volta di Milas-Bodrum. Scesi dall'aereo, insieme ad una piccola comitiva di messicani veniamo condotti al terminal degli arrivi internazionali per il ritiro dei bagagli. Qui le nostre valige non arrivano. Ci rivolgiamo quindi ad una assistente della Turkish che fortunatamente riesce a recuperarle al terminal dei voli nazionali. Arrivate le valige manca ancora il rotolo di moquette che dopo un'altra breve ricerca viene recuperato. In taxi raggiungiamo Bodrum e l'albergo che avevamo prenotato. Si tratta del "Seckim Konaklar", un hotel vicino al Marina. In quello in cui siamo soliti andare non avevamo trovato posto. Poichè siamo in bassa stagione la maggior parte delle strutture alberghiere sono ancora chiuse e i pochi alberghi aperti sono completi. Quello in cui trascorreremo la notte è composto da una serie di casette bianche a due piani con gli infissi color azzurro. Visto dall'esterno non è male. Nelle aree comuni stanno facendo dei lavori di manutenzione. La camera invece è fredda e piuttosto triste. Non il massimo per soggiornarvi alcuni giorni. Così, una volta depositati i bagagli, decidiamo di fare ancora un tentativo all'Eskiceshme, il nostro solito hotel, per vedere se si sia resa disponibile una stanza per i prossimi giorni. Siamo fortunati. Domattina sarà libera una stanza con tanto di balconcino. C'è il sole ma la temperatura, soprattutto nelle zone all'ombra, è decisamente fresca tanto che rimpiangiamo di non avere con noi qualche abito un po' più pesante. Andiamo subito all'ufficio postale per cambiare un po' di euro in lire turche. Camminando lungo la banchina dove sono ormeggiati i caicchi notimamo un assembramento di persone. Avvicinandoci vediamo che sono all'opera con un'idrovora per estrarre l'acqua da un caicco semiaffondato. La barca è inclinata e i due alberi sono appoggiati su quella accanto. La prua è quasi completamente sommersa, adagiata sul fondale che fortunatamente non è molto profondo. Una presa a mare deve essersi rotta, probabilmente durante la notte mentre sul caicco non c'era nessuno. E' sempre triste vedere spettacoli come questo. Dopo esserci fermati cinque minuti a curiosare da lontano proseguiamo per la nostra strada. Alla Posta il cambio è di 9 lire turche per 1 euro. Molto più alto in favore dell'euro rispetto allo scorso anno e quasi il doppio rispetto al 2019, anno in cui siamo arrivati in Turchia. Segno evidente che, nonostante la narrativa propagandistica del governo che il paese sta vivendo un periodo di crescita economica, in realtà le cose non vanno esattamente così. Nel limitrofo negozio della Tukcell, dopo qualche difficoltà di comprensione linguistica, compriamo una carta telefonica e una per l'i-pad. Infine con un taxi raggiungiamo lo Yat Lift, il cantiere dove si trova Habibti. Ci accolgono con un bel sorriso Sevgin e Mustafa, la "receptionist" e il capo cantiere, sempre estremamente gentili. Habibti è nel suo invaso, al momento bloccata da un enorme yacht a motore al quale stanno facendo carena. A causa della imprevedibilità dei voli tra l'Arabia Saudita e la Turchia siamo arrivati una settimana in anticipo rispetto alla data che avevo comunicato al cantiere e pertanto i lavori previsti su Habibti devono ancora essere fatti. Nonostante ciò, Mustafa mi assicura che la data concordata per mettere la barca in acqua verrà rispettata. Salito a bordo noto che Ozgur ha già tolto lo sprayhood al quale avevo chiesto fosse sostituita la plastica trasparente rovinata dal sole. Incontriamo anche lui in cantiere, affettuoso come sempre. Sta facendo carena ad un Beneteau 57. Poi, non avendo più nulla da fare in cantiere, ci facciamo portare da un taxi all'autonoleggio della AVIS che si trova sul lungomare. Poichè dovremo aspettare alcuni giorni prima che Habibti venga messa in acqua ne approfitteremo per fare qualche giro nella zona. All'agenzia, Hassan, che in questo periodo di clienti deve vederne ben pochi, ci fa un prezzo ultra scontato per una Fiat Aegea che ritireremo domattina e che terremo per qualche giorno. A questo punto i morsi della fame cominciano a farsi sentire e ci sediamo ad uno dei tavoli all'aperto di "Gemibasi". Il pranzo, tutto a base di pesce, rispetta pienamente le nostre aspettative. La stanchezza comincia a farsi sentire e ci ritiriamo nella nostra triste stanza d'albergo verso le 18. Benchè sia ancora chiaro ci addormentiamo quasi subito risvegliandoci l'indomani alle 8, dopo una dormita di 14 ore fatte tutte difilato.
 
(Giornale di bordo)

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