Nel corso della notte c'è stato un po' di vento e mi sono alzato un paio di volte per controllare che l'ancoraggio fosse in ordine. Ci alziamo verso le 7.30 e levo le due cime a terra. Umit ci raggiunge alle 9. Ogni volta che ci incontriamo non si presenta mai a mani vuote. Ieri ci eravamo scambiati in regalo due bottiglie di vino, lui ci aveva offerto un rosè e noi abbiamo ricambiato con una di rosso italiano. Stamattina sale a bordo con un pacco enorme di tè ed un chilo di zucchero. Conversiamo per oltre un'ora, prima di spostarci nel vicino porticciolo di Bozburun. In giornata e domani è previsto vento forte e vorremmo anche approfittarne per camminare un po'. Salutati Umit e Paris, verso le 11 ormeggiamo nel lato più settentrionale e meglio ridossato del porto. L'unico inconveniente è che nello spazio laterale che ci separa dalla banchina sono soliti attraccare i tender delle barche che sono alla fonda nella baia quando gli equipaggi scendono a terra. Mi auguro che qualche malaccorto non faccia sbattere il fuoribordo del proprio tender contro la murata di Habibti. Dopo aver pulito la barca e portato la biancheria in lavanderia, sulla banchina facciamo la conoscenza di Orst e Karin, i due armatori austriaci di un Halberg Rassy Rasmus 35 del 1978 ormeggiato poco lontano da noi. Per l'inverno lo metteranno a terra nel cantiere vicino a Bozburun. Fa caldo e ci sediamo in un bar all'ombra consumando due gelati e della limonata fresca. La piccola infiltrazione dalla guarnizione dell'asse del timone non c'è più. Per eliminarla è stato sufficiente stringere un poco le relative fascette. Invece, la novità odierna è che al posto delle due dita di acqua salata trovata l'altro giorno in sentina questa volta trovo due dita di acqua dolce. Trascorriamo così un po' di tempo a cercare la provenienza della perdita che individuiamo in una boccola in bronzo connessa al manicotto del sebatoio di sinistra. Un pezzo che dovrò sostituire. Per il momento, per evitare la fuoriuscita dell'acqua sarà sufficiente non riempiere al massimo i serbatoi. Nel pomeriggio, mentre già si è alzato il vento, entra in porto un Beneteau 58 battente bandiera inglese ma con un equipaggio italiano a bordo che si rivelerà non essere particolarmente espansivo tanto che i suoi componenti ci risponderanno appena quando li salutiamo incrociandoli in porto. Il Beneteau ormeggia accanto ad una barca a motore anch'essa con degli italiani a bordo. Probabilmente degli amici che li stavano aspettando. Verso sera prendiamo un aperitivo seduti a prua. Poi scendiamo sottocoperta. Con il buio la temperatura è ormai decisamente fresca ed è meglio cenare al caldo. Così preparo due milanesi con la solita insalata che Tania, da salutista qual'è, mi obbliga sempre a mangiare. Concludiamo il pasto con dei molto meno sani ma decisamente più gustosi profiterol.
(Giornale di bordo)

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