CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 6 novembre 2025

Cala Villamarina (Isola di Santo Stefano) - Palau - Stagnali


Ieri sera, con la luna piena che si vedeva dall’osteriggio della cabina sembrava di aver la luce accesa. Ciò non ci ha impedito di addormentarci subito e di fare una bella dormita. Questa mattina, i nostri vicini danesi a bordo di “Baloo” sono partiti poco dopo che il sole si è affacciato nella cala. La notte, senza vento, è stata estremamente umida e al risveglio la coperta di Habibti grondava acqua. Abbiamo atteso che i raggi del sole la asciugassero un po’. Poi siamo salpati anche noi alla volta di Palau. Dobbiamo fare un po’ di spesa approfittando per gettare l’immondizia. Cosa che a Palau è una vera impresa. I cassonetti sono tutti automatizzati e per potervi accedere o devi essere residente o devi possedere una carta che è rilasciata solo agli utenti del porto. Tutti gli altri altri sostanzialmente si attaccano. Il caso vuole che incrociamo un operatore ecologico - un po’ di tempo fa si chiamava semplicemente spazzino, senza che nessuno si offendesse. Ci dice che sul piazzale in direzione del campo sportivo c’è “un’isola” - un tempo era il deposito della spazzatura - al cui interno si trovavano dei cassonetti a cui si può accedere liberamente in quanto al momento la porta d’accesso è rotta. Troviamo il posto e mentre stiamo provvedendo ad effettuare la “suddivisione dei pani e dei pesci” con il vetro gettato in un bidone, la plastica e l’alluminio in un altro e l’umido in un altro ancora, a bordo di un motorino arriva un abitante del posto. Questi, senza scendere dal suo mezzo, compie un lancio nemmeno fosse stato il “quarter back” dei Chicago Bears gettando il sacchetto della sua immondizia direttamente nel locale a pochi passi dai nostri piedi. Altro che differenziata. D’altra parte questi sono i tempi!!! Chi desidera attenersi a certe regole non le può rispettare e chi, invece, dovrebbe e potrebbe farlo se ne infischia. Dopo aver mandato qualche accidenti all’amministrazione comunale di Palau per l’assurdità di certe sue regole, facciamo le nostre commissioni percorrendo a piedi tutto il paese. Il che, viste le distanze tra tabaccaio, farmacia e supermercato, ci ha preso un paio d’ore abbondanti. Carichi come somari rientriamo su Habibti, che avevamo lasciato alla fonda non lontano dal porto. Sistemiamo le varie cose a bordo e verso le 13 salpiamo alla volta di Stagnali. Questa volta decidiamo di raggiungere la nostra meta seguendo il canale che separa La Maddalena dall’isola di Santo Stefano invece che percorrendo quello tra Santo Stefano e Caprera. Nel punto più stretto il vento incanalandosi raggiunge i 25 nodi. In più si aggiunge anche una forte corrente che ci fa progredire molto lentamente. Passiamo tra i segnali verdi e rossi che ti fanno evitare gli scogli e la zona di bassi fondali davanti all’Ammiragliato e dopo un altro po’ entriamo a Stagnali. Nella baia c’è già un’altra barca a vela battente bandiera danese. Inizialmente pensiamo sia “Baloo”, invece non è lei. In un primo tempo do fondo leggermente a sinistra dei danesi, ma poi decido di spostarmi un po’ più in centro della baia. Non solo i fondali qui sono molto bassi, ma ai lati della baia ci sono anche numerosi scogli. Il vento, sempre da ovest, continua a soffiare forte, ma con i nostri 30 metri di catena su un fondale di sabbia e fango di 2,5 metri non potrò che dormire un sonno tranquillo.

(Giornale di bordo)

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