CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







domenica 16 novembre 2025

Porto Liscia - Santa Teresa di Gallura


Ieri sera, quando ci stavamo apprestando ad andare a dormire accanto a noi ha dato fondo un’altra barca. Con la luce del giorno abbiamo visto trattarsi di un ketch piuttosto vecchio, con i due alberi in legno. A bordo vi era un ragazzo un francese che, prima di partire, ha alato catena e ancora a mano e ha drizzato la randa di mezzana e il fiocco con gran stridore di drizze. Ci siamo salutati, mentre ancora noi stavamo bevendo il caffè in pozzetto. Tania, con il suo spirito sempre curioso, ha rintracciato un po’ di informazioni sull’isola di Culuccia, in realtà un promontorio che qui chiamano isola, e che è proprio davanti a noi. Io ne avevo già sentito parlare in un servizio fatto dalla televisione alcuni anni fa. Casuccia è stata fino al 1996 di proprietà di una famiglia della Gallura: i Sanna. Dal 1923 al 1996 l’unico abitante è stato Angelo Sanna, conosciuto da tutti come Ziu Agnuleddu. Arrivato alla Culuccia dopo aver abbandonato il suo lavoro di ufficiale postale a Santa Teresa si ritirò, come un eremita, sulla sua isola, dove viveva con un cane e una cavalla. Senza acqua corrente, luce elettrica o altre “diavolerie” della modernità, come le chiamava lui. Ziu Agnuleddu viveva allevando maiali, capretti e mucche. Il luogo era anche una riserva di caccia autogestita; le battute erano un’occasione per lui di mantenere una rete di relazioni di alto livello. Le regole stabilite da Ziu Agnuleddu erano molto rigorose: potevano partecipare solo persone da lui invitate, ad ogni ospite veniva spiegato qual’era il territorio dove cacciare è indicato il numero di pernici e lepri che si potevano abbattere. Qualsiasi persona, comprese quelle di alto rango che venivano nella sua riserva, non seguisse le sue indicazioni veniva allontanato senza tanti convenevoli. Vista la grandezza della Culuccia Ziu Agnuleddu si muoveva sempre a cavallo. Per spostarsi dall’isola aveva due barche: un chiattino usato prevalentemente per la pesca e un gozzo in legno che usava per andare alla Maddalena o a Santa Teresa. Piantò anche una vigna. Negli anni ‘60 attirò le attenzioni di molti investitori interessati ad acquistarla per sviluppare un progetto turistico complementare alla Costa Smeralda, ma il Sanna rifiutò. Nel 1985 l’area fu dichiarata zona di rispetto ambientale totale. Alla sua morte all’età di 94 anni come indicato nel suo testamento la proprietà fu devoluta all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Poi, dal 1998 passò a proprietari privati. Attualmente è di proprietà di un imprenditore di Torino che l’ha trasformata in azienda agricola. Una storia davvero interessante che ci fa nascere la curiosità di visitare il luogo. Purtroppo, essendo domenica, non riusciamo a contattare il numero che eravamo riusciti a reperire per organizzare una visita. Tuttavia sulle pendici della collina sentiamo dei cacciatori in azione. Spari, urla. Certamente è in corso una battuta di caccia, probabilmente al cinghiale. Per la buona pace di Ziu Agnuleddu. Salpiamo dalla baia alle 13 alla volta di Santa Teresa di Gallura dove ci fermeremo fin quando non passerà la perturbazione il cui arrivo è previsto nella notte. Per cena usciamo a mangiare una pizza. Riusciamo anche a vedere la finale tra Sinner e Alcaraz….con gran soddisfazione finale.

(Giornale di bordo)

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