CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 21 novembre 2025

Rondinara - Porto Vecchio


La notte scorsa fino alle 4 c’è stato vento, poi si è calmato e finalmente siamo riusciti a dormire tranquilli. Al risveglio, dopo il solito caffè, decidiamo di spostarci a Porto Vecchio. È vero che la baia in cui ci troviamo è molto ridossata e potremmo stare qui anche nei prossimi giorni durante i quali è previsto il passaggio di due successive perturbazioni. Tuttavia, finiremmo per restare confinati tutto il tempo sulla barca. Così, dopo aver telefonato alla Capitaneria di Porto Vecchio per prenotare un posto, lasciamo Rondinara. Soffia un ponente che gradualmente rinforza: prima 13, poi 18, quindi 25 nodi. Habibti viaggia al traverso tranquilla. Il vento è sostenuto, ma ho lascato per bene la randa e soprattutto non c’è onda. Stiamo navigando tranquilli quando improvvisamente sento un forte rumore a prua e vedo il genoa che comincia a scendere lungo l’inferitura. “Che diavolo è successo?”. Questo il primo pensiero. Do una rapida occhiata e vedo che si è rotta la drizza. Metto immediatamente Habibti con prua al vento e recupero tutta la vela. Al moschettone a cui si aggancia l’asola della penna del genoa è rimaso attaccato un pezzo della drizza totalmente sfilacciato. Non avevo notato prima l’usura in quanto tutta quella parte della drizza era avvolta da uno spesso strato di agglomerante e francamente non mi ero posto il problema. Tuttavia, a pensarci bene, dopo 14 anni di lavoro ci può anche stare! In ogni caso ormai è fatta! Peccato che sia successo oggi con 25 nodi di vento, che dopo poco diventano 30. Proseguiamo con la sola randa fino all’ingresso della baia di Porto Vecchio. Qui prendiamo il vento dritto di prua e quindi per poter entrare diretti accendiamo il motore. Seguiamo le mede che indicano il canale. A Porto Vecchio stanno ampliando il porto e le carte, sia quelle cartacee che quelle digitali, non sono aggiornate. Seguiamo con attenzione le diverse boe di segnalazione che sono state posizionate temporaneamente e alle 12 siamo infine ormeggiati in banchina. A passarci le trappe troviamo Mathieu, un ragazzo molto gentile che parla anche italiano e che ci dà tutte le informazioni relative al nostro soggiorno. Poiché in porto non c’è vento decido di salire in testa d’albero per far passare il testimone a cui legare la drizza del genoa per farla risalire nell’albero. Ho tutto il necessario, ma purtroppo essendo da solo non riesco a calare la sagola dall’alto e al tempo stesso agganciarla e quindi estrarla in basso nel punto di entrata della drizza. Tania cerca di fare del suo meglio ma non ci riesce. Non mi resta che chiedere alla Capitaneria se conoscono qualcuno che mi possa aiutare. Mi danno il numero telefonico di Jean Hugues. Lo chiamo e restiamo d’accordo che passerà domattina alle 8. In serata piove un poco, ma soprattutto la temperatura è davvero molto fredda. Per la prima sera teniamo acceso il riscaldamento per tutto il tempo. Ceniamo, un po’ di lettura e poi, alle 21, siamo già a letto con la luce spenta. Speriamo che domattina non piova e che si riesca a risolvere il problema.

(Giornale di bordo)

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