CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 1 gennaio 2011

Con gli occhi del mare



Galeotta fu la spiaggia, il tramonto li incendio' - oppure, - usci' dall'acqua e sapeva di sale. No, non e' tanto questo. Anche se e' vero che il mare puo' esternare un amore e aiutare due rive a scambiarsi messaggi e parole. Ma ha qualcosa di piu' che contiene tutto cio' che si muove tra gli estremi piu' opposti: tra la morte e l'amore. Anche di amanti che non sono sul mare si e' parlato piu' volte evocando parole che invece sono proprie del mare. Nessun altro elemento puo' prestare aggettivi alla morte e all'amore, cosi' tanto e a ragione.
La vastita' dei sentimenti e l'immensita' del mare hanno misure incalcolabili, contorni indefinibili; fatti l'uno con i principi dell'altro si scambiano metafore che raccontano di emozioni sconfinate e profonde.
Si evoca lo sciabordio musicale del mare per evocare una malinconia amorosa, per dare voce ad un desiderio inesprimibile, all'alba di un sentimento appena nato o all'affondare di un sentimento gia' vissuto.
Si descrive l'energia spumeggiante del mare per raccontare meglio una passione, le sue ansie, i suoi affanni e il suo furore. Quando il sentimento perde il controllo del timone, invade l'animo come fa un'alta marea, poi prende il largo per espandersi laddove non si vede piu' terra, non c'e' costa a ridosso, non c'e' punto cospicuo, non c'e' piu' orientamento e non c'e' piu' convenzione.
Nelle passioni dei mari aperti, nell'alto mare delle passioni d'amore, ci s'imbarca in un viaggio che e' senza ritorno, con bagagli di attese, con ondate di ansia e la meta insicura, fluttuante, vagante. Si manovra il timone con gli occhi bendati, si attraversa uno stretto senza carte ne' fari, si dirige la prua verso il senso del sole. E si arriva in un punto impreciso sul mare dove un segno anelato , una notte nel buio ti appare. Ed e' li' che ti aspetta qualcuno o qualcosa, in quel giro di boa, dove un cambio di rotta ti vira la vita. Quando il cuore raggiunge il livello del mare, tra l'abisso e la luce, tra la fuga e lo stallo, l'amore piu' volte diventa dolore. E' un mare che unisce e divide, che divora e respinge, che fa veleggiare illusioni e sprofondare emozioni, che imbarca passeggeri di amori clandestini e getta a riva sogni di impossibili passioni.
E quando un sentimento muore l'anima scandaglia un fondo di tristezza che pare senza fine. L'abisso del mare senza luce e senza vita diventa il deposito remoto di tutte le avventure finite, delle occasioni mancate, delle promesse tradite, delle ambizioni fallite, di tutte le speranze che non sono mai approdate. Sotto la superficie dei mari, giu' nell'oscurita' piu' remota e insondabile c'e' un immobile pianeta di ombre. Ecco perche' ogni volta che guardiamo lontano sul mare, anche il piu' luminoso dei mari, c'e' sempre nel fondo degli occhi un'inquieta emozione che emerge dal fondo del fondo; non si vede, si avverte soltanto, si chiama paura.

(Valeria Serra, Le parole del mare)

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