CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 18 novembre 2017

Mourtos - Paganìa


Inutile dire che anche la notte scorsa ha piovuto tutto il tempo. Quando lasciamo l'ormeggio verso le 8.30 cade ancora qualche goccia. Vado a dare un'occhiata alle due baie ben ridossate che ci sono a sud dell'abitato, separate da uno stretto canale. In quest'ultimo vi avevo trascorso una notte alla fonda diversi anni fa con Nausicaa. Nella baia posta ad ovest vi stazionano alcune barche stanziali ormeggiate a gavitelli. Soffia il solito sud-est, oggi sui 20 nodi. Al gran lasco si viaggia che è un piacere. Il mare è formato e quindi per la notte occorrerà trovare un ridosso adeguato. Sulla carta individuo un fiordo profondo sul tratto di costa al confine con l'Albania. Si chiama Paganìa. Il portolano segnala alcune vasche per l'allevamento ittico al suo ingresso, ma all'interno il fiordo si apre fino a diventare una sorta di lago con un fondale sui 10 metri di profondità. In un angolo c'è una piccola fattoria e sulle alture circostanti piuttosto brulle pascolano alcune mucche e capre. I loro campanacci rendono l'atmosfera bucolica, più simile ad un paesaggio alpino che marino. Anche i colori assumono tinte particolari, soprattutto all'ora del tramonto. Le nuvole si riflettono sull'acqua che diventa di un grigio-blu quasi metallico. Aspettiamo che scenda il buio seduti sulla tuga e godendoci il momento. Siamo a poche centinaia di metri dall'Albania, tanto che credo fossero proprio albanesi quei pescatori apparentemente di frodo che con la lenza cercavano di catturare le orate fuoriuscite dalle limitrofe vasche. La notte, nonostante lo scroscio di rito, trascorre tranquilla.

(Giornale di bordo)

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