CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 15 marzo 2018

Ay Eufimia - Fiskardo


Un ultimo giro in paese dove compriamo un paio di cornetti in una panetteria, una rapida colazione nel bar di Maria con caffè e una mega spremuta di arance rosse e poi, lasciato l'ormeggio, ci dirigiamo verso Fiskardo, all'estremità settentrionale dell'isola. Questo tratto di costa di Cefalonia è particolarmente attraente. Le pendici delle montagne sono in parte ricoperte di alberi e in parte brulle e pietrose. La zona è particolarmente ventosa. Si comprende anche dal fatto che si vedono una serie di pale eoliche installate sulla sommità dei rilievi. Un tocco di tecnologia che però non infastidisce la vista perdendosi nel generale selvaggio contesto naturale circostante. Sulla nostra rotta incontriamo numerose insenature dove con il vento prevalente estivo proveniente da nord-ovest sarebbe possibile trascorrere tranquillamente la notte. La più protetta ci sembra Porto Limanì dove ci sono un paio di case costruite proprio sul bordo dell'acqua e purtroppo anche un paio di costruzioni in cemento armato in evidente stato di abbandono. All'ingresso del porticciolo di Fiskardo spiccano un faro e i resti di un'antica costruzione veneziana. Questo paesino è l'unico dell'isola a non essere stato distrutto dal violento terremoto che colpì questa zona nel 1953. Probabilmente in quanto esso risulta essere stato costruito su un terreno argilloso. Le sue case sono ancora quelle costruite nell'800, dai colori pastello e dai contorni delle finestre dipinti di bianco. Inoltre, sembra che proprio qui, a Fiskardo, che da lui avrebbe poi preso il nome, morì nel 1085 il condottiero normanno Roberto d'Altavilla detto il Guiscardo. La parte settentrionale dell'insenatura ha bassi fondali. Sul pontile ovest sono ormeggiate alcune barche stanziali, a vela e gozzi di pescatori. A noi non resta che dirigerci sulla banchina sud, facendo attenzione perché il fondale risale rapidamente in prossimità del molo in cemento. L'ideale sarebbe ormeggiare di prua. In paese c'è un solo bar aperto, quello di Irida, un'anziana signora dall'aria originale e facente parte di quei greci nati in Turchia e poi trasferitisi nella madre patria a causa dell'eterno conflitto che esiste fra i due Paesi. Mentre stiamo pranzando seduti ad un tavolino al sole, vediamo arrivare la prima comitiva di turisti accompagnati da una guida che avendo studiato all'Università per stranieri di Perugia parla perfettamente anche l'italiano. Sono dei giovani israeliani. Tornati in barca, mentre ci godiamo gli ultimi raggi di sole seduti in pozzetto, passa davanti ad Habibti una coppia di signori italiani. Ci dicono di essersi trasferiti qui nei primi anni '90 ed ora sono proprietari di una struttura turistica poco lontana da Fiskardo. In Grecia si vive bene, commentano, anche se occorre combattere con una burocrazia che spesso è peggio di quella italiana. Comunque non hanno rimpianti. Sono originari di Torino e, concludono, che con il clima temperato che c'è da queste parti anche in inverno, sono contenti di aver lasciato la fredda città piemontese. Infine ci dicono anche che una delle loro figlie lavora per la società che gestisce gli impianti sciistici del Sestriere, una località a pochi chilometri dal paese in cui sono nato. Come è davvero piccolo il mondo.

(Giornale di bordo)

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