CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 10 luglio 2018

Poros - Olympic Marina


Giorno di rientro a Lavrion, con la prospettiva di una lunga "smotorata", visto che nel Golfo di Saronico, a parte per un paio d'ore la mattina, ci sarà calma di vento. Il Beneteau dei tedeschi accanto a noi parte presto, mentre sulla barca di Toni e Sabrina tutto tace. Ci eravamo già salutati ieri sera in quanto Sabrina ci aveva anticipato che quando il suo compagno la sera fa un po' di festa svegliarlo al mattino è impresa ardua. Noi prepariamo la barca cercando di fare il minor rumore possibile. Le solite operazioni che sono ormai diventate quasi un automatismo. Alle 9 lasciamo Poros percorrendo il canale verso sud. A motore proseguiamo fino al traverso di Modi, un piccolo isolotto dalla forma allungata. Qui apriamo randa e fiocco, visto che un po' di vento lo troviamo. Purtroppo durerà poco e se vogliamo avanzare ad una velocità decente dovremo riaccenderlo a breve. La traversata si svolge senza problemi, nemmeno nel corridoio dove transitano le grosse navi dirette e provenienti dal Pireo. Ne incrociamo qualcuna, ma ci passano distanti, alcune a prua, altre a poppa. Gia' dal mattino intravediamo nella foschia prodotta dal calore Capo Sounio. Alle 14 siamo al traverso di Patroklos e poiché è ancora presto e la giornata è molto calda decidiamo di fermarci nella baia ad ovest del capo per fare un bagno prima di rientrare all'Olympic Marina. Qui si erano fermati per la notte Toni e Sabrina un paio di giorni fa. Ci avevano detto che avevano rollato incessantemente e quindi dormito malissimo. In effetti anche oggi, benchè il mare sia calmo, vi entra comunque un po' d'onda. Ci fermiamo qui un paio d'ore. Vediamo i turisti salire per il sentiero che conduce al tempio di Poseidone che si trova proprio di fronte a noi e, involontariamente, anche le evoluzioni amorose di una coppia che credeva di essersi "infrattata" in una piccola insenatura tra le rocce. E si'!! Quando scatta l'ormone!! Anche le ultime miglia, prima di rientrare al Marina, le percorriamo a motore. Nel canale c'è quasi un nodo di corrente. Ad un certo punto, per un attimo, mi e' parso sentire il motore girare in un modo diverso dal solito. Istintivamente metto in folle e guardando a poppa vedo un grosso sacchetto di plastica, piuttosto spesso, sfilare ad un metro di profondità dietro la barca. Scampata bella!! Al Marina ormeggiamo al nostro "finger". Finalmente posso dare una bella lavata alla barca. Ne aveva proprio bisogno. Approfitto anche del fatto che fa un po' meno caldo per sciacquare le scotte mettendole in un secchio con un po' di ammorbidente. Quelle del fiocco sono dure come degli stoccafissi. Poi, nel negozio di nautica, per la modica cifra di 50 euro, compro altre due cime da 25 metri ciascuna che mi serviranno, nel caso, per allungare la linea d'ormeggio quando occorrerà portare le cime a terra. In questo modo ora dispongo di un totale di 140 metri, 70 per lato. Invio anche una mail a Guido, a Punta Ala, indicandogli il codice del fusibile del plotter, che voglio tenere di riserva, e dei copri strumenti in plastica che ormai, dopo le numerose riparazioni artigianali, non ne possono proprio piu'. Infine, con ago e filo, riparo il cover dell'anulare che si era leggermente strappato a Poros. Di andare a Lavrion a cena questa sera non ci va e quindi terminiamo quel che resta della cambusa friggendo qualche fetta di saganaki. Un gelato al bar e poi tutti a nanna.

(Giornale di bordo)

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