CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 6 aprile 2019

Heybeliada



Nella notte, probabilmente mentre dormivamo in quanto non le abbiamo proprio sentite, sono arrivate due barche, una a vela e una a motore. Hanno ormeggiato dall'altra parte della baia. Oggi inizia il week-end e mi attendo che il numero delle barche aumenterà nel corso della giornata. Ho letto che le Isole dei Principi sono la meta preferita di chi ad Istanbul possiede una barca, soprattutto in estate, periodo nel quale sembra che a partire da una certa ora non si riesca più a trovare uno spazio dove dare fondo. Oggi la giornata è nuvolosa e così dovrebbe essere anche domani. Magari il tempo un po' uggioso scoraggerà i diportisti locali. Mentre, seduti in pozzetto, facciamo queste riflessioni entra nella baia un peschereccio che da fondo poco lontano da Habibti. Tutto l'equipaggio è indaffarato a sbrogliare le reti. Lavoreranno così per tutto il giorno, fino a sera, quando riprenderanno il mare. Vita dura quella del pescatore. Nella baia ci sono un sacco di gabbiani e di uccelli che sembrano delle cornacchie. Mentre i primi sono moderatamente invadenti, le seconde, ogni cinque minuti ce le troviamo appollaiate sulle crocette o in cima all'albero. Nulla sarebbe se si limitassero a gracchiare emettendo il loro stridente suono che sa tanto di malaugurio, ma purtroppo espletano anche i loro corrosivi ed abbondanti bisogni sulla coperta e sul copri randa. La presenza di questi volatili, scopriremo più tardi, è un problema per tutti i Marina in questa parte del Mar di Marmara. Proviamo pazientemente a cacciarli sbattendo le drizze o il patarazzo, ma è una battaglia persa. Qualche minuto e si ricomincia da capo. A terra fervono i preparativi in vista della stagione estiva. E' tutto un battere di martelli per aggiustare i pontili e di piallatrici per levigare il legno delle terrazze sull'acqua degli stabilimenti balneari che si trovano sul lato orientale della baia. In tarda mattinata, con il traghetto proveniente da Istanbul, arrivano frotte di ragazzini. Probabilmente sono in gita scolastica. Passano il tempo a lanciare pietre in acqua dalla spiaggia o a vedere chi le fa rimbalzare più volte sulla sua superficie. Poi affittano alcune biciclette. Alcuni fanno un giro su un calesse  trainato da un paio di cavalli bianchi. Schiamazzano e ci fanno tenerezza. Non ci divertivamo così anche noi? Tra la folta vegetazione fanno capolino un paio di grandi edifici. Uno è totalmente abbandonato: vetrate rotte e mura scrostate. L'altro sembra in condizioni migliori. Uno dei due, non capiamo quale sia, doveva essere il sanatorio che è riportato sulla carta nautica. Sull'isola ci sono anche un paio di approdi. Uno è posto sulla costa orientale, ma pare essere riservato ai soli traghetti e alle barche da pesca locali, l'altro è all'interno del comprensorio di un istituto nautico, ma l'ingresso è vietato ai diportisti. Trascorriamo così l'intera giornata, osservando intorno e senza fare nulla di particolare. Verso sera, la baia si popola ulteriormente. Ad un grande cabinato a motore si affiancano a pacchetto prima una, poi due e poi tre barche sopraggiunte in tempi diversi. L'ultima è una vela di almeno una cinquantina di piedi. Non c'è vento, ma passeranno così tutta la notte: quattro barche su un'ancora sola! Con il buio arriva una goletta che, nonostante la baia sia ancora mezza vuota, rispettando alla lettera la nota legge della barca alla fonda, getta l'ancora a pochi metri da noi. Prima di andare a letto, oltre alla luce di fonda metto sulla colonnina del timone anche la lampada che emette una luce stroboscopica. Forse è un di piu', ma la prudenza non è mai troppa.

(Giornale di bordo) 

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