CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 22 ottobre 2019

Ada Bogazi - Bodrum


Ieri sera prima di andare a letto, visto che siamo alla fonda con una lunga cima a terra e di tanto in tanto nella baia di fronte a noi passa qualche barchino di pescatori, oltre alla luce in testa d’albero, aggiungo una luce stroboscopica a prua. Tuttavia, la notte, dopo l’arrivo del caicco che per un paio d’ore ha lasciato acceso il generatore, è trascorsa tranquilla. Al risveglio, fatta colazione, mi tuffo e tolgo la cima a terra e ci prepariamo a partire. Nella baia e in quella limitrofa, collegate da un passaggio con bassi fondali che le barche a vela preferiscono evitare, ci sono una decina di barche. Percorriamo  a motore il tratto di circa 5 miglia fino a Bodrum con un vento sui 25 nodi diritto sul naso. Ci teniamo a sinistra di un paio di mede posizionate nella ampia baia antistante la cittadina e poi lasciamo a sinistra quella che segnala i bassi fondali in prossimità dell’ingresso del Marina. Di fronte al porto ci sono numerosi caicchi alla fonda. Con un tempismo degno di Murphy ci avviciniamo all’ingresso del Marina proprio nel momento in cui stanno uscendo le barche che partecipano alla "Bodrum Cup", una regata che si svolge ogni anno e alla quale partecipano imbarcazioni di ogni dimensione, compresi i caicchi. Il traffico in uscita è notevole e quindi attendiamo pazientemente che i più escano dal porto. Poi, facendo attenzione agli ultimi ritardatari, chiamo sul canale 73 e comunico il nostro arrivo. Ci viene incontro un gommone che ci accompagna al posto assegnatoci, sul pontile “C”. Lo spazio è veramente risicato in quanto le barche di fronte sono molto vicine e poiché non posso beneficiare dell’elica di prua chiedo all’ormeggiatore a bordo del gommone di darmi una spintarella sul mascone per raddrizzare Habibti ed evitare così di prendere con il timone la trappa della barca a motore che abbiamo accanto e che ostruisce non poco l’ingresso. L’acqua del Marina è davvero sporca e nell’insieme l’impatto e’ abbastanza negativo. Una volta ormeggiati completiamo le formalità. Con l’occasione chiediamo anche quale sia il costo nel caso, l’anno prossimo, decidessimo di utilizzare Bodrum come base in cui lasciare la barca per qualche mese. I prezzi sono davvero esorbitanti. Chiedono l’equivalente di 6000 euro per cinque mesi, da metà maggio a metà ottobre, esattamente quanto pagavamo a Punta Ala per un anno intero.  Alla faccia dei prezzi economici che si dovrebbero trovare in Turchia! È vero che Bodrum è considerata la Montecarlo locale, ma questa cifra mi pare davvero esagerata. Parlando con Giovanni al telefono gli chiedo se quando teneva la sua barca qui alcuni anni fa i prezzi fossero così elevati. Me lo conferma, anche se, fatte le debite proporzioni, rispetto ad allora sono praticamente raddoppiati. Nonostante ciò il Marina è zeppo come un uovo. La maggioranza delle barche sono di grandi dimensioni, quasi tutte intorno o superiori ai 50 piedi. Quelle a vela sono per lo più Bavaria, Hanse, Beneteau e Janneau. Nulla contro questi cantieri, per carità, ma in tutto il porto non trovo una barca di fascia leggermente superiore. È vero che “ogni scarrafone è bello a mamma sua”, ma tra tutte le barche che ho visto ormeggiate, Habibti, pur se piccolina, mi pare la più bella. Visti i prezzi del Bodrum Marina, comincio seriamente a pensare che il prossimo anno dovremo fare base da qualche altra parte. Mi metto quindi alla ricerca di tutti i Marina presenti nelle vicinanze, anche alla  luce dei luoghi che vorremmo visitare la prossima stagione. Quello più congeniale, se escludiamo Bodrum, sia per la sua posizione che per la vicinanza all’aeroporto ci pare il Marina di Turgutreis, a nord di Husseyn Burun e davanti all’isola di Cataldo. Ne valuto i pro e i contro e alla fine decido di scrivere una mail chiedendo un preventivo. Mi rispondono in giornata e con gran piacere scopro che per lo stesso periodo i prezzi sono meno della metà rispetto a quelli chiestici a Bodrum. Vi faremo un salto nei prossimi giorni per  renderci conto di persona come sia. Poi, dopo aver affittato uno scooter, andiamo a vedere lo “Yat Lift”, il cantiere segnalatomi da Giovanni dove Habibti trascorrerà a terra i prossimi mesi. Esso si trova a qualche chilometro ad est del centro cittadino, dispone di due ampie darsene, di un “travel lift” da 160 tonnellate e di un grande piazzale. La maggior parte delle imbarcazioni che vediamo negli invasi sono degli yachts enormi o dei caicchi. Un’area molto ben ridossata è destinata alle barche inferiori ai 15 metri. Ogni spazio è sfruttato al massimo, ma le barche sono tutte ben posizionate. Parliamo anche con Mustapha, il direttore tecnico, che oltre ad essere estremamente gentile ci da l’impressione di essere anche molto competente. Gli chiediamo se cortesemente oggi può mandare un tecnico a bordo per cercare di capire da cosa dipenda il problema al “bow thrust” e, possibilmente, ripararlo. Tornati in barca, nel pomeriggio, puntuale, arriva il tecnico che, dopo qualche prova, individua nel difetto di un connettore la possibile causa del problema. Ripasserà domani per fare un’ulteriore prova, una volta che le batterie saranno di nuovo completamente cariche. Poi, con il motorino andiamo alla ricerca di un centro commerciale che ci è stato indicato essere poco fuori Bodrum dove poter comprare dei bermuda con i quali sostituire quelli che uso da tempo immemorabile e che ormai non ne possono proprio più. Viaggiare in due su un “cinquantino” lungo una strada a sei corsie dove le auto ti sfrecciano accanto non è il massimo. Soprattutto se, oltre a guidare, stai cercando un luogo che non conosci tra una sfilza di insegne e negozi che si susseguono per chilometri, su entrambi i lati della strada, senza soluzione di continuità. Un po’ smarriti, chiediamo indicazioni ad una signora alla guida di un Suv  che, molto gentilmente, ci accompagna fino al piazzale antistante la nostra destinazione. I bermuda non li troviamo, ma compriamo due pail della Helly Hansen e un paio di guanti, tutto ad un prezzo stracciato. I bermuda li troviamo invece in un centro commerciale limitrofo, di un buon cotone spesso e con le tasche laterali, proprio come li cercavo. Rientrati al Marina, dopo una doccia, ceniamo in un ristorante con menù a base di sushi, che per noi è sempre una golosità. Sul lungomare e nel centro di Bodrum c’è ancora molta gente, segno che la stagione turistica qui non è ancora terminata. Se tanto mi da tanto, non oso immaginare l’affollamento che ci deve essere in alta stagione. La musica impazza nei diversi locali lungo la strada che corre parallela al porto, compreso allo Yacht Club Bodrum Marina, non lontano da dove è ormeggiata Habibti e dove una “band” suonerà musica dal vivo fino a tarda notte.

(Giornale di bordo)

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