CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 29 settembre 2020

Ada Bogazi - Kuçuk Adasi



Ormai abbiamo preso l'abitudine di svegliarci presto. Ed è così che alle 7 siamo già entrambi seduti in pozzetto a fare colazione. Sull'isolotto di Ada Bogazi alle nostre spalle un gregge di capre sta già brucando da un pezzo. Sull'acqua invece, separate in due gruppi e rigorosamente in fila indiana, si avvicinano alcune anatre. In tutto saranno una trentina, disciplinatissime. Sono uno spettacolo a verdersi. Mentre passano a poppa di Habibti getto in acqua alcuni pezzi di pane secco. La fila si scompone ed inizia la "bagarre". Alcune sono decisamente più intraprendenti e per non fare dei torti a nessuno lancio un po' di pane vicino alle più timorose. Il battello per il trasporto dei turisti ormeggiato da ieri nella baia ha a bordo un paio di persone. Una di queste porta a terra con un barchino a remi due cani che da lontano sembrano dei Jack Russel. Appena toccato terra i due quadrupedi spariscono come delle saette in mezzo alla macchia mediterranea. Gironzolano per una decina di minuti fino a quando un fischio del loro padrone li richiama. Ubbidienti ritornano immediatamente da lui e  con un salto risalgono sul barchino. Nel corso della mattinata la baia si riempie gradualmente di barche, inclusi i soliti caicchi carichi di turisti. Uno di essi, che richiama volutamente una nave pirata, con tanto di teschio enorme a poppa, arriva con la musica sparata a palla. Fortunatamente una volta entrato nella baia la spegne per riaccenderla mentre si appresta a ripartire una mezz'oretta più tardi dopo che le persone a bordo hanno fatto un bagno. Nel frattempo si è alzato un discreto vento proveniente da sud-ovest che entra nell'insenatura provocando un po' d'onda. Le barche che abbiamo accanto una dopo l'altra se ne vanno tutte. Noi restiamo ancora un altro po' nella speranza che diminuisca un poco. Invece rinforza ulteriormente e quindi decidiamo di spostarci nella limitrofa baia di Kuçuk Adasi, separata da quella in cui ci troviamo ora da uno stretto passaggio non transitabile con una barca a vela. Per raggiungere la baia costeggiamo Ada Bogazi al suo esterno e con il motore al minimo in modo da evitare che la pressione esercitata dall'elica sulla pala del timone faccia entrare troppa acqua in sentina. La nuova baia  è occupata da diverse imbarcazioni, alcune alla ruota altre con le cime a terra. Qui il fondale è molto più basso e diamo fondo in 5 metri d'acqua portando due cime a terra a fianco di "Dreams", un Sun Odissey DS 50. Probabilmente lo stesso che ieri era ormeggiato un po' più lontano da noi nell'altra baia. A bordo per tutto il giorno non vediamo nessuno. Facciamo un bagno e pranziamo nel tardo pomeriggio: un guacamole preparato da Tania e poi salmone affumicato con una bottiglia di Blanc Fumée. Anche oggi, con il tramonto la baia si svuota. Rimangono solo un paio di caicchi e il Sun Odissey accanto a noi. Con il buio, mentre ci stiamo godendo la serata seduti in pozzetto a lume di candela, sulla barca accanto appaiono due ombre che con andatura da bradipo si siedono anch'esse nel loro pozzetto. Si tratta di una coppia attempata che non si scambia parola. Ciascuno dei due è concentrato sul proprio smartphone. Dopo una mezz'ora lui scende sottocoperta ed accende il generatore. Ma come, mi dico, hai avuto tutto il giorno a disposizione per ricaricare le batterie e ti metti a farlo proprio ora che ci si può godere in santa pace questa splendida serata! Per un momento mi auguro che non lo tenga acceso a lungo, invece dopo un'ora il generatore è ancora lì che gira ancora. In più ora cominciamo anche a sentire l'odore del fumo di scarico. I due a bordo sono sempre nell'oscurità più completa e seduti immobili come delle "mummie". Dopo un'altra ora il generatore continua sempre a girare. A nulla servono gli AC/DC sparati a palla per un po' nel tentativo di generare qualche reazione. Ci vorrà un'altra ora prima che si decidano finalmente a spegnerlo. E così, una bella serata è stata rovinata da due vecchi rimbambiti e maleducati.
 
(Giornale di bordo)
 

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