Partiamo all’alba. Il vento soffia moderato da nord-ovest. Le nuvole nere e minacciose di ieri sera sono sparite, ma il tempo resta perturbato. Fa freddo. Verso mezzogiorno il vento dovrebbe rinforzare e per questo abbiamo deciso di percorrere la ventina di miglia che separano Kos dal fiordo di Palionisos di primissima mattina. La navigazione è piacevole. Lasciamo i bassi fondali che circondano la punta di Kos, vicino a Mandraki, abbondantemente sulla nostra sinistra. Nel primo tratto, l’isola di Pserimos ci protegge dall’onda che si è formata nella notte. Individuiamo la nostra meta che raggiungiamo con un ultimo breve tratto a motore. All’ingresso della profonda baia il vento fa strani giri. A Palionisos vi eravamo già stati nel 2019 fermandoci a mangiare nella taverna di Elias, che mette a disposizione dei suoi clienti un campo boe. Un’altra analoga taverna, anch’essa con un campo boe, si trova sul lato opposto della baia. Ma oggi entrambe le taverne sono chiuse. Ormeggiamo ad una delle boe rosse sulla destra. Su una delle ripide pareti che sovrastano la baia vediamo alcuni arrampicatori. Il luogo è sempre magnifico. Dopo un paio d’ore due barche a vela di una compagnia di charter ormeggiano a due boe accanto a noi. Entrambe le barche hanno degli equipaggi di nazionalità australiana a bordo. Lo deduciamo dalle bandiere di cortesia. Tra loro ci sono anche degli adolescenti. Nel pomeriggio trascorrono il tempo facendo dei giri nella baia sul tender, mentre uno degli adulti prova ad utilizzare, con scarso successo, un kite surf. L’acqua è davvero gelida e il solo pensiero di immergermi mi fa rabbrividire. Dopo un’altra oretta un terzo charter della stessa compagnia, ma questo con un equipaggio di ragazzi tedeschi, tutti rigorosamente in pantaloncini e maglietta con le maniche corte, entra nella baia. anche qui, ci viene freddo solo a guardarli. Trascorriamo la giornata a bordo. Domani è prevista pioggia e ci sarà vento forte. Per questo motivo ci fermeremo qui un altro giornom prima di affrontare la traversata in direzione di Amorgos. Nel pomeriggio ad una delle boe ormeggia una piccola barca da pesca con una sola persona a bordo. È un uomo dall’età davvero indefinibile, dal fisico asciutto, con i capelli bianchi arruffati e il volto scavato dalle rughe. La vita del pescatore, si sa, non è facile e il mare tempra, ma consuma. Tania lo saluta, ma lui non se ne accorge o fa finta di non vedere. Probabilmente chi è costretto per necessità a trascorrere la propria vita in mare, con tutte le difficoltà che essa comporta, ha difficoltà a capire chi lo fa per puro diletto. Con il buio la temperatura scende ulteriormente e noi ce ne andiamo a letto.
(Giornale di bordo)
Nessun commento:
Posta un commento