Notte tranquilla. Abbiamo deciso di raggiungere i nostri amici francesi a Mersini, una baia sulla costa occidentale di Schoinussa che dista una decina di miglia. Koufonisi non ci ha entusiasmato e in più sulla parte opposta della banchina continua ad esserci il cargo che trasporta ghiaia che con la gru che ha a bordo fa un fracasso infernale mentre riempie i cassoni di alcuni camion che vanno e vengono dal porto ad un sito di costruzioni. Rumore e polvere. Chiamo inutilmente Kostantinos per un paio di volte per informarlo che intendiamo partire e che prima vogliamo fare il pieno d’acqua. Passano un paio d'ore prima che si affacci qualcuno ad aprire il rubinetto sulla colonnina. Tania ne approfitta per fare un po’ di spesa. Fatto il pieno salpiamo. La navigazione è breve e la effettuiamo a motore. Il vento fa la sua comparsa solo nel momento in cui stiamo entrando nella baia di Mersini. Ormeggiamo tra la barca di Dominique e Anne e un natante con altri due francesi a bordo. Sono Christian e Raphaelle che conosceremo meglio nei prossimi giorni. La linea d'ancoraggio della loro barca non è messa nel migliore dei modi e nonostante ripeta la manovra due volte per cercare di evitare di stendere il mio calumo sopra il loro, ciò mi risulta impossibile. Anne, che nonostante l'acqua gelida non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, dopo aver controllato con la maschera mi conferma che i due calumo sono incrociati, ma che le due ancore hanno fatto presa a dovere e che la loro tenuta non è compromessa. Si tratterà solo di salpare noi per primi. La perturbazione è attesa per domani. Giornata nella quale nessuno di noi è intenzionato a muoversi di qui. Sul molo vi è un discreto via vai di traghetti. Invitiamo Dominique e Anne a pranzo a bordo. Preparo una puttanesca che ha successo. Poi nel pomeriggio andiamo a fare due passi. Percorrendo la strada asfaltata raggiungiamo il paese di Mersini che dista un chilometro dal porto. È un abitato carino, con qualche negozio e alcuni bar-ristoranti. Esploriamo la campagna che si trova a sud del paese andando a dare un’occhiata dall’alto a due baie ridossate dai venti settentrionali. Verso sera, in chiesa seguiamo tutta la messa che dura ben due ore e mezza. La messa cantata termina alle 20.30. Fa decisamente freddo e percorriamo la strada del ritorno di buon passo prendendo una scorciatoia. La luna piena ci illumina la strada. In barca accendiamo il riscaldamento e apriamo una bottiglia di vino rosso. È quel che ci vuole in una serata come questa. Poi, per precauzione, allontano la poppa dalla banchina e c’è ne andiamo a dormire.
(Giornale di bordo)
Nessun commento:
Posta un commento