Alle 2 di notte arriva un grosso traghetto. Fortunatamente i potenti motori non creano troppa onda e una volta visto allontanarsi torno a letto. Dopo due notti a Mersini oggi vorremmo spostarci nella limitrofa isola di Iraklia. La barca a vela dei due tedeschi arrivata ieri sera lascia la banchina appena fa chiaro. Il vento in giornata dovrebbe girare a sud-ovest e quindi la baia di Ormos Livadhi che si trova a meno di 5 miglia da qui dovrebbe essere un buon ridosso. In prima mattinata attracca un altro traghetto enorme. Scarica, carica e se ne va, il tutto in cinque minuti. Dominique e Anne vogliono raggiungere Mykonos e di lì andare a visitare il sito archeologico di Delos. Vediamo la loro “Rève à deux” uscire dalla baia dall’alto di una collina che sovrasta il piccolo paese di Mersini che abbiamo raggiunto a piedi per fare un po’ di spesa. Ridiscesi al porto salutiamo Christian e Raphaelle che invece resteranno qui un altro giorno. Nella breve traversata per raggiungere la nostra destinazione apriamo solo il genoa. Nella baia di Ormos Livadhi c’è già alla fonda un natante a vela battente bandiera belga. A bordo non vediamo nessun movimento per tutta la giornata. Solo verso sera esce per un attimo in pozzetto un signore di mezza età. Nel dare fondo facciamo attenzione di restare a debita distanza dai due cavi elettrici posti sul fondale e che attraversano in lunghezza tutta la baia. Il luogo è gradevole. Sulla collina restrostante vi è qualche casa sparsa qua e là e sulla spiaggia di sabbia un edificio che ha tutta l’aria di essere una taverna. In cima ad una collina ci sono anche le rovine di un vecchio abitato che leggiamo essere stato distrutto da un terremoto il secolo scorso. Nel pomeriggio telefoniamo a Gregory, il responsabile del porto di Naxos prenotando un posto per domani sera, poi chiamiamo un numero telefonico riportato sul portolano corrispondente all’harbour master del porticciolo di Naoussa sull’isola di Paros che vorremmo raggiungere nei prossimi giorni. Il numero non è più attivo e quindi Tania cerca sul web se riesce a trovare qualcosa di più aggiornato. Trova quello della Municipalità di Naoussa che chiamo immediatamente. Mi risponde un signore che parla solo greco. Gentilmente mi fa capire di attendere in linea probabilmente per andare a chiamare qualcuno che parli inglese. Dopo un po' mi risponde una signora alla quale chiedo se è possibile prenotare un posto al porto e se vi siano delle trappe o occorra invece dare fondo all’ancora. Dall’altro capo del filo percepisco una certa perplessità. Convinto di non essermi spiegato con sufficiente chiarezza ripeto le domande per un paio di volte, ormai convinto di non riuscire ad ottenere nessuna risposta utile visto il tono sempre più confuso del mio interlocutore. Poi, nel citare Paros, l’isola in cui si trova il porto di Noussa, la signora replica dicendomi: “Yes, you are speaking with the Naoussa Municipality, but here we don’t have the sea”. Scopriamo così l’arcano. Sto parlando da cinque minuti con un'impiegata di un Comune, quello di Naoussa, che si trova sulle montagne nel nord della Grecia continentale, omonimo dell’abitato di Naoussa, dove si trova il porto, che invece dipende dalla Municipalità di Paros. Un equivoco che resterà negli annali di Habibti. Telefonando al Comune di Paros ci dicono che l’ormeggio in porto è libero e gratuito. Il resto della giornata trascorre tra un po' di lettura e qualche cruciverba. Diamo anche uno sguardo al blog di “Rève à deux” che è veramente interessante e ricco di utili informazioni. La serata la trascorriamo sottocoperta gustandoci uno tzipouro a lume di candela.
(Giornale di bordo)
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