CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 19 aprile 2023

Nisos Kavouras (Antiparos) - Ormos Dhespotico (Antiparos)


Nella tarda serata di ieri ha dato fondo accanto a noi uno X-Yacth 50 battente bandiera inglese con una coppia a bordo. Stamattina vorremmo andare a vedere se sia possibile attraccare alla banchina del traghetto di Antiparos. Giusto il tempo di far scendere a terra Tania per ricaricare il telefono e a fare un po’ di spesa. Nel passaggio tra l’isolotto di Remmatonisi e Antiparos il fondale è molto basso. Nel punto più stretto la profondità è di 3 metri. Il mare oggi è una tavola e il passaggio non pone problemi, ma nel caso vi fosse onda esso potrebbe diventare delicato. La profondità non aumenta nemmeno avvicinandosi all’abitato. Noto che il traghetto che fa la spola tra Paros e Antiparos ha la chiglia piatta in quanto anche in prossimità della banchina il fondale è bassissimo. Dunque nessuna possibilità di attracco per noi. Così decidiamo di proseguire. Nel canale il vento da sud-ovest non supera i 6 nodi costringendoci ad utilizzare il motore. Il lato orientale dell’isola è caratterizzato da dolci declivi e ampie vallate verdi. C'è anche qualche buon ancoraggio ridossato dai venti occidentali. A sud di capo Ak. Pedhalida, il più meridionale dell’isola, emerge una secca contro la quale si infrangono le onde. Altre secche si trovano poco più a ovest, dove la costa diventa rocciosa e inospitale. Dopo un breve tratto dove prendiamo l'onda residua di ieri al traverso entriamo nell’incantevole baia di Ormos Dhespotico, caratterizzata da un fondale di sabbia che rende il colore dell’acqua turchese. Al fondo dell’ampia baia c’è un isolotto che la separa dal mare aperto e circondato da una zona di bassi fondali che impediscono alle onde di penetrarvi. La baia diventa così un ridosso perfetto dai venti di tutti i quadranti. Una volta al suo interno sembra di essere in un lago la cui sponda settentrionale è costituita dall’isola di Antiparos, con le sue case bianche sparse sulla collina, mentre a meridione è delimitata dall’isola di Dhespotico da cui prende il nome. Su quest’ultima si trovano i resti di un tempio dedicato ad Apollo e il limitrofo sito archeologico. A parte un pastore e le sue greggi l’isola è disabitata. La baia di Dhespotico è tra le le più belle fra quelle incontrate nell’Egeo. Diamo fondo in 5 metri d’acqua filando i soliti 40 metri di catena. Accanto a noi è alla fonda una piccola barca a vela che se ne va quasi subito, mentre nel pomeriggio arrivano due catamarani. Saranno le sole barche che vedremo in tutta la giornata. Per pranzo Tania prepara un’insalata con uova, cipolle, capperi, tonno, pomodorini e lattuga. Il tramonto è bellissimo. Mando un paio di foto ad Anreina ed Annie, le mie figlie, che ancora ricordano di aver trascorso qui una vacanza con la mamma e un gruppo di amici quando erano bambine. Con il buio scendiamo sottocoperta e ci dedichiamo ad un po’ di lettura, fino a quando le palpebre cominciano ad appesantirsi. Alle 21.30 ce ne andiamo a dormire.

(Giornale di bordo)

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