Questa baia è talmente bella che decidiamo di fermarci qui un altro giorno. Le previsioni riportano bel tempo e venti moderati quindi non c’è alcun motivo per avere fretta di avvicinarsi a Lavrion, dove siamo diretti. La notte scorsa ho dormito come un ghiro. Alle 8,30, quando mi affaccio in pozzetto, il più grande dei due catamarani se ne è già andato. Facciamo qualche ricerca sulla storia dell’isola. Le prime informazioni dettagliate risalgono al XIII secolo quando l’isola divenne un dominio veneziano. Restò sotto Venezia per circa trecento anni, poi passò ai turchi. I pirati, che a quel tempo infestavano l’Egeo, ne fecero una loro base. Nel 1675 un pirata francese cercò scampo dai turchi rifugiandosi qui chiedendo ospitalità agli isolani. Tuttavia, questi ultimi lo consegnarono ai turchi che lo decapitarono con tutti i membri del suo equipaggio. Per rappresaglia altri pirati francesi poco dopo assalirono l’isola massacrandone tutti gli abitanti. Divenuta deserta, essa venne venduta a due signorotti locali: un tale Tzortzis Baos di Mykonos e Petries Mavrogenis di Paros. Questi signorotti venivano chiamati “despotes” e di qui il nome Dhespotico. Da allora l'isola è sempre rimasta disabitata. I primi scavi archeologici risalgono alla fine dell’1800. Questi hanno messo in luce che in età ellenistica l'isola aveva ospitato una città di discrete dimensioni, probabilmente dotata di una propria flotta, considerato il porto naturale che aveva di fronte. La giornata trascorre tranquilla. Ne approfitto per fare una cernita dei pezzi di ricambio che ho a bordo appuntandomi quelli che devo integrare. Ci piacerebbe molto scendere a terra, ma di gonfiare il tender stivato in cabina non mi va. Ma poiché la necessità aguzza l’ingegno, dopo una breve ricerca su internet, recuperiamo il numero telefonico del proprietario del battello che porta i turisti da Antiparos a Dhespotico: si chiama Yeorgos e la sua barca “Sargon”. Gli telefoniamo e concordiamo che verrà a prenderci alle 14. Scesi a terra pranziamo da “Mrakas”, uno dei due ristoranti sul lungomare. Insalata con pomodori, feta e pane d’orzo, polipo in salsa d’aceto, patatine e moscardini fritti. Qui conosciamo Stefano, un romano che si è trasferito ad Antiparos 17 anni fa con la moglie con la quale hanno aperto un ristorante. Un secondo ristorante lo hanno ad Atene. È in compagnia di due francesi anche loro trasferitisi qui da anni e proprietari di un negozio. Alle 15.30 Yeorgos ci accompagna nuovamente in barca. Nel frattempo nella baia sono arrivate altre due barche a vela che danno fondo a debita distanza. Due bicchieri di raki ghiacciato aiutano la digestione. Trascorriamo il resto del pomeriggio a leggere e fare cruciverba. Anche stasera il tramonto è uno spettacolo. Con il buio la temperatura scende immediatamente e così ci rintaniamo sottocoperta.
(Giornale di bordo)
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