CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 21 aprile 2023

Ormos Dhespotico (Antiparos) - Ormos Vathi (Sifnos)


Altra notte tranquilla nella splendida rada di Ormos Dhespotico. Ci svegliamo con un bel sole. Ieri sera ho trovato un po’ di acqua dolce in sentina proveniente da poppa. Così stamattina svuoto il gavone e controllo se ci sono perdite dall’autoclave, dal vaso d’espansione o dal boiler. Nulla. Controllo anche le tubazioni del lavello della cucina e del bagno, ma tutto mi pare a posto. Per esclusione deduco che potrebbe essere la tubazione della doccia di poppa che nei giorni scorsi ho utilizzato per sciacquare i piatti dopo averli lavati con l’acqua di mare. Non la utilizzerò per un paio di giorni per vedere se l’inconveniente si ripresenta o meno. Lasciamo la baia alle 9.30. Oggi è previsto un vento leggero da sud. Costeggiamo la parte meridionale di Nisos Dhespotico e una volta al traverso dell’isolotto di Strongylo apriamo il code 0. Ci sono 5 nodi di vento e avanziamo a quasi 3 di velocità. Dopo un po’ ci raggiunge una delle due barche che erano in rada con noi durante la notte e che procede a motore. Al nostro traverso aprono anche loro le vele. Per un po’ restiamo appaiati, ma appena il vento aumenta un poco non c’è più storia. Con il code 0 voliamo a più di 6 nodi di velocità e dopo un paio d’ore l’altra barca c’è la siamo letteralmente persa. Raggiunto l’isolotto di Nisos Kitriani, a sud di Sifnos, il vento ci lascia. Chiudiamo le vele e procediamo a motore fino ad Ormos Vathi, una baia circolare protetta da tutti i quadranti tranne che da sud-ovest e che si trova poco a nord di capo Ak. Kodas. Entrati nella baia troviamo lo X-Yacht 50 che aveva trascorso la notte poco lontano da noi a Ormos Kavouras. Cerchiamo di ormeggiare di poppa sul molo in cemento davanti ad una piccola chiesa. In una foto su google map avevo visto delle barche a vela ormeggiate in quel punto, ma a giudicare dal segno dell’acqua sul cemento della banchina mi pare che il livello sia più basso del solito. Preferisco evitare problemi e così diamo fondo nella baia. Filo 50 metri di catena su 8 di profondità assicurandomi che l’ancora abbia agguantato a dovere in quanto il portolano mette in guardia sulla qualità del fondale. Proviamo a telefonare ad uno dei ristoranti che vediamo sulla spiaggia chiedendogli se hanno modo di venirci a prendere. Tuttavia, oggi  non abbiamo avuto la stessa fortuna di ieri. Nessuno ha una barca a disposizione Così ci rassegnammo a non fare una passeggiata in paese e a pranzare a bordo.  Nel frattempo entra nella baia la barca che abbiamo seminato. Si chiama “in Relax”, ma di relax a bordo mi pare c’è ne sia poco. Al momento di dare fondo a bordo è tutto un vociare di grida e di andirivieni scomposti da poppa a prua e viceversa. Chi è all’ancora ha dato troppa catena e la signora che è al timone lo sta riempiendo di improperi. Lo deduciamo dalla concitazione e dal tono della voce, in quanto parlano russo o qualcosa del genere. Ripeteranno la manovra un paio di volte. La baia ed il paesino sono molto carini. L’abitato, piuttosto piccolo, è sovrastato da pendici abbastanza ripide sulle quali sono state costruite alcune case in stile cicladico. Il menù oggi propone insalata con cipolle, salmone affumicato, uova di lompo e qualche biscotto. Poi, ai raggi dell’ultimo sole, anche il vento si calma. È l’ora in cui escono i pescatori e tutto intorno impera la quiete.

(Giornale di bordo)

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