CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 22 aprile 2023

Ormos Vathi (Sifnos) - Kamares (Sifnos)


Svegliati presto. Partiamo verso le 8.30, contemporaneamente allo X-Yacht 50. Non c’è vento. Ci separano solo 5 miglia dalla baia di Kamares, dove c’è una banchina ben protetta da un molo al cui esterno attraccano i traghetti. La raggiungiamo un’oretta più tardi ormeggiando accanto ad un catamarano con due famiglie greche a bordo. Un’ora più tardi il catamarano se ne va e restiamo l’unica barca a vela nel porto. Le uniche altre sono quelle dei pescatori locali. Scendiamo a terra e facciamo cambusa in un piccolo supermercato. Verso le 12 entra in porto una minuscola barca a vela in legno con una smisurata bandiera inglese a poppa. È Vick, un signore di una certa età che sei anni fa è partito da Bristol su questo guscio di noce. Ha fatto Spagna, Italia, Tunisia e ora vorrebbe arrivare ad Istanbul e lasciare lì la barca per l’inverno. Facciamo due passi in paese. Piccolo ma molto carino. La stagione turistica non è ancora cominciata. Ci sono anche due ristoranti italiani e almeno cinque autonoleggi. Domani si festeggerà San Giorgio, patrono del paese e per l’occasione stanno addobbando la piccola chiesa a lui dedicata. Mentre Tania va dal parrucchiere io cucino dei funghi trifolati e una specie di cicoria che faccio bollire e condisco con olio e limone. Pranziamo in pozzetto. Purtroppo compare l’enorme yacht a motore che si era ormeggiato accanto a noi a Naoussa. Non mi par vero! E' una persecuzione! Con tante baie che ci sono, proprio qui doveva venire? Ormeggia tra noi e una piccola barca di pescatori e, naturalmente, occupa quasi tutto il porto. L’equipaggio ci riconosce e ci saluta, così come il proprietario. Mi dispiace, ma proprio non mi va di trascorrere un’altra notte con il rumore dei suoi generatori nelle orecchie. Così, dopo aver fatto il pieno d’acqua e salutati gentilmente tutti quanti, ci spostiamo nella baia antistante. Verso sera il cielo si copre di minacciosi nuvoloni neri. Arriva una barca a vela che ormeggia accanto al mastodonte, nel posto che avevamo lasciato libero. Non li invidio. All’orizzonte il cielo è illuminato a giorno da una serie impressionante di fulmini. Il fronte arriva su di noi verso le 21.30. Come faccio sempre quando ci sono i fulmini metto uno spezzone di catena in acqua legata ad uno degli arridatoi della sartia. Piove a dirotto. Lampi e tuoni continuano fino a mezzanotte. Ogni tanto arrivano anche delle forti raffiche ma con 40 metri di calumo su 4 di profondità sono tranquillo. Quando la sfuriata si calma posso finalmente andare a letto, ben felice di non trascorrere la notte accanto ad una sala macchine di uno yacht grande come una nave.

(Giornale di bordo)

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