Altra notte di calma piatta. Al risveglio, una delle due barche a vela che ieri avevano dato fondo in modo approssimativo è davvero a pochi metri da noi. L’equipaggio non sembra rendersi conto che tra le barche alla fonda è sempre bene mantenere un certo margine di sicurezza, tanto che tutti quanti scendono tranquillamente a terra con il tender. Ci saranno anche charteristi competenti, ma nella mia esperienza personale ne ho incontrati davvero pochi. Alle 10, dopo aver salutato Linda e Dale, salpiamo. Non c’è vento e siamo costretti a per correre a motore le circa 15 miglia fino all’Olympic Marina. Entrati in porto per prima cosa, visto che il distributore è aperto nonostante sia il primo maggio, facciamo il pieno di gasolio. Dopo aver ormeggiato, all’accettazione ci confermano che non ci sono posti disponibili per lasciare la barca in acqua nei prossimi mesi. Dovremo pertanto necessariamente alarla e metterla in un invaso in cantiere. Domani ci metteremo d’accordo su data e orario con quelli del “technical department”, che oggi è chiuso. Raggiungiamo a piedi la vicina Lavrion. Il vedere che “Limani”, la nostra taverna preferita, è stata completamente trasformata, che il proprietario non è più lo stesso e che il simpatico Elias non lavora più qui ci rattrista. Il “Limani” che tante volte abbiamo menzionato e ricordato con affetto e nostalgia quando eravamo in Turchia non esiste più. Un'altra piccola pagina del libro della vita che è stata girata per sempre. Inoltre, ci siamo dimenticati che in Grecia la festa del primo maggio è particolarmente sentita. Tutti i ristoranti sono pieni zeppi di gente e trovare posto è praticamente impossibile. Riusciamo infine a trovare un tavolo libero in una taverna vicino al mercato del pesce. Sfidando il cielo che minaccia pioggia ci sediamo all’aperto. Siamo fortunati. Tranne qualche piccola goccia di tanto in tanto, alla fine non piove. Per pranzo ordiniamo della verdura bollita che condiamo con olio e limone, un polipo in vinegrette, delle patatine fritte e delle cozze con un sugo veramente speciale. Sulla strada del ritorno commentiamo tutti i cambiamenti che abbiamo trovato a Lavrion in soli tre anni di assenza. E' giunto il momento di cambiare qualcosa anche per noi. Cominciare a dedicare più tempo a noi stessi, senza più impegni lavorativi, a cui abbiamo consacrato tanti anni, approfittando delle energie che ancora abbiamo prima che sia troppo tardi. Rientrati in barca trascorriamo il resto del pomeriggio a chiacchierare in pozzetto. Il cielo si è fatto nuovamente scuro e ci assale un po' di malinconia.
(Giornale di bordo)
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