CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







lunedì 28 agosto 2023

Skiropoula - Ormos Renes (Skyros)


Nella notte ormeggia leggermente fuori dalla baia una grande barca a vela che lascia accese a lungo le luci di bordo. La mattina seguente ci svegliamo presto. Con la luce del giorno notiamo che su una delle sue sartie di sinistra sventolano delle bandiere di varie nazionalità. A bordo se la stanno ancora dormendo alla grande. Facciamo una bella navigazione a vela con un vento al traverso sui 12 nodi, procedendo parallelamente alla costa occidentale di Skyros. Raggiunto Nisos Plati, che si trova nella parte meridionale dell'isola, chiudiamo le vele ed entriamo nell'ampia baia di Tristomo. Qui si trova una base della marina militare greca nella quale non vediamo anima viva. Anche i due lunghi moli d'ormeggio al momento sono deserti Lasciamo la base sulla nostra sinistra tenendoci a debita distanza e percorriamo al centro il canale che separa l'isola di Despotis, che alcune carte riportano col nome di Nisos Sarakino, e la costa di Skyros. Arrivando da sud l'ingresso del canale è segnalato da un fanale. Superato quest'ultimo, viriamo a sinistra ed entriamo in Ormos Renes, una baia che si insinua nella parte più meridionale di Skyros e che sul fondo si divide in quattro insenature. Diamo fondo in quella più a sud in quanto la più ampia è occupata da una barca di francesi che rispondono a malapena al nostro saluto. Se ne andranno una mezz'ora più tardi senza nemmeno girare la testa. Ci spostiamo al loro posto, dando fondo davanti ad una spiaggia dietro la quale si trova un capanno per le pecore con un abbeveratoio. Nella baia è battuta da forti raffiche che prendono forza scendendo dai versanti delle colline circostanti totalmente prive di vegetazione. Il paesaggio è davvero lunare. Nel corso della mattinata vediamo in lontananza un paio di barche per i turisti che si dirigono verso il tratto di costa che precede capo Ak. Armeno, poco più a sud. Ne deduco che quel tratto è sicuramente meglio ridossato rispetto a dove ci troviamo noi. Do uno sguardo alla carta nautica che in quella zona indica fondali abbastanza profondi, non adatti a trascorrervi la notte. Nel pomeriggio il vento si calma e inaspettatamente gira da sud-ovest. In questo modo la baia risulta totalmente aperta, ma poiché nella notte esso dovrebbe girare nuovamente da nord-est decidiamo di non spostarci. Pranziamo nel tardo pomeriggio: una minestra coi funghi, un'insalata verde e un po' di formaggio. Al tramonto come la solito ci sediamo a prua con il nostro bicchiere di retsina e seguiamo gli spostamenti di un gregge di un centinaio di pecore che, dopo essersi dissetate all'abbeveratoio, si inerpicano a gruppi lungo un sentiero che risale obliquamente il versante della collina. Il suono delle campanelle che hanno al collo riempie tutta la baia e si attenua piano piano, man mano che il folto gruppo sparisce dietro il crinale. Spunta la luna. Ormai è quasi piena e la sua luce illumina la notte stellata. Abbiamo la fortuna di essere soli in questo posto davvero magnifico, che pare fuori dal mondo.
 
(Giornale di bordo) 

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