CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 20 settembre 2022

Sig Koyu - Kale Adasi

 
Ci svegliamo come al solito all'alba. La maggior parte di caicchi che ieri sera erano nella baia sono partiti che era ancora buio. Accanto a noi resta una sola altra barca a vela con a bordo una coppia di signori turchi. Dopo un po' di yoga e una nuotata scendiamo a terra con il tender a remi. La spiaggia è ancora deserta e facciamo una passeggiata sull'arenile. Una famiglia con due bambini piccoli si affaccia da una piccola tenda canadese piantata in un angolo della spiaggia. Un modo super economico di trascorrere le vacanze. Una signora in burkini esce dall'acqua dopo aver fatto il bagno. Di scoperto ha solo le mani, i piedi e una parte del viso. Il marito, in bermuda, la aspetta seduto sul pontile. L'immagine di una Turchia che rispettiamo, ma che non rappresenta, a nostro avviso, il suo volto migliore. Con il tender facciamo un ampio giro della baia spingendoci fino al suo ingresso dove si trova una villa immersa nel verde con un pontile privato al quale è ormeggiato uo yacht a motore di dimensioni considerevoli. Un paio di telefonate di lavoro e salpiamo. Dopo un breve tratto a motore per evitare di perdere tempo nel risalire il vento nel tratto di mare davanti a Sig Koyu e apriamo il genoa. A vela raggiungiamo l'insenatura ad ovest di Kale Adasi. Un altro dei luoghi a cui siamo affezionati in questa parte di Mediterraneo. Inizialmente, poichè domani verrà a trovarci Faruk, avevamo pensato di ormeggiare nel limitrofo Marti Marina. Ma il costo per una notte per una barca delle dimensioni di Habibti è di 130 euro, escluse acqua ed elettricità. Una vera follia. Manco fossimo a Porto Cervo! Così diamo fondo alle pendici dellla rocca su cui si trova la fortezza  bizantina. qui ci sono diverse barche, ma tutte ad una distanza più che accettabile l'una dall'altra. Per pranzo preparo delle penne a cui aggiungo il sugo con lo scorfano cucinato l'altro giorno. Una vera delizia. Nel pomeriggio sopraggiungono alcuni charter che offrono il solito spettacolo circense al momento di dare fondo. Un catamarano con dei russi a bordo ci impiega quasi un'ora. Per noi è un modo per trascorrere il tempo nel gurdarli, sempre con la speranza che nelle varie evoluzioni qualcuno non finisca per spedare la nostra ancora. Accanto a noi c'è un piccolo Najad che ricordavamo avere già visto l'ultima volta che siamo stati qui. Come la volta scorsa, gli occupanti hanno fatto la loro apparizione uscendo da sottocoperta solo verso sera. Poco lontano dal Najiad, a bordo di una pilotina c'è una coppia di tedeschi molto riservati. Nel pomeriggio il vento rinforza incanalandosi nello stretto passaggio caratterizzato da bassi fondali che delimita a nord la nostra insenatura. Poi scende il buio e il vento si calma. Intorno a noi tutto tace e non ci resta che ritirarci in cabina per la notte.
 
(Giornale di bordo)

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