
Ho bisogno di un pezzo di mare, di un pezzettino di speranza verso i sogni, di uno spazio piccolo dove spazzare via i pensieri e le incertezze. Credo che il mare sia il posto giusto dove attingere per colmare questo bisogno. Il mare, quasi i tre quarti della terra che guardiamo all’orizzonte mentre trascorriamo la nostra vita nel quarto restante. Riempiamo fazzoletti di terra con le nostre cose e godiamo di un pezzettino piccolo di mare per refrigerarci nei giorni d’estate. Guardiamo l’orizzonte ascoltando il rumore delle onde che si avvicinano, dopo tanto viaggiare toccano terra e consumano la forza di cui erano cariche. Ho proprio bisogno di un pezzo di mare per coltivare quello che altrove non avrebbe senso, per poi lasciarlo andare via con la stessa carica delle onde senza sapere dove arriverà il mio pensiero, dove si fermerà. Io voglio affidarlo al mare, alla sua potenza, alla sua forza, alla sua maestosità. Voglio affidargli tutte le bruttezze che non riesco a dimenticare, le mancanze che non riesco a riempire, tutte le difficoltà che non riesco ad affrontare e le persone che non riesco a dimenticare. Voglio affidargli tutti i miei limiti e le preoccupazioni, le cose che non riesco a fare e quelle che desidero, ma non lascio che accadano. Voglio vedere la mia ombra allontanarsi dalla riva dopo aver depositato le sue pesantezze sul fondo del mare lasciando che lui faccia il resto. Vorrei voltarmi e vedere come l’energia si liberi verso il mare aperto immettendosi silenziosamente tra le vele di una barca per darle il vento giusto mentre naviga. Allora la barca potrebbe andare lontano, molto di più di quello che crede, mentre l’invisibile fa la sua parte invisibile, appunto. Non è tutto sotto i nostri occhi, non è tutto sotto il nostro controllo e mentre mi bagno in quel fazzoletto di cielo, acqua e sabbia me ne accorgo. Non mi faccio nessuna domanda perché so già che il mare è un elemento così imponente, un titano. Se mi ci metto a confronto posso solo ringraziare se mi concede il lusso di godere della sua bellezza, delle sue ricchezze e benefici. Non mi sognerei mai di sfidarlo, di volerlo comprendere appieno, però ne voglio un pezzettino, piccolo ed insignificante per lui, solo per tendere alla sua magnificenza e al sogno. Un tramonto al mare non è solo un paesaggio romantico. Se lo guardo in dettaglio appare come un paesaggio rosato, aranciato, violaceo, cobalto. Il mare è il compagno perfetto per riflettere colori così brillanti da essere impossibili da descrivere. Allora, mentre guardo questo spettacolo, mi ricordo di aver bisogno di sognare, di desiderare un pezzo di mare da vivere per ritornare nella pelle della mia umanità, del mio essere parte del tutto. Ho bisogno di un pezzo di mare per nuotare nell’elemento della vita e della creazione, per ritrovarmi di nuovo, per lasciare che io possa crescere interiormente prima che la mia corteccia cerebrale se ne accorga e mi voglia bloccare perché non riesce a capire. Il mare calma tutte le ansie che vagano dentro di me, se le prende, le regala ad un’onda che va a nasconderle da qualche parte senza destinazione precisa, ma qualcosa ne farà. Lui sa come fare. Questo suo movimento apparentemente inutile ristabilisce la mia pace interiore. In quell’attimo in cui diventiamo uno, il mare ed io, mi ricordo che il nostro tempo qui è breve. Ed allora desidero un pezzo di mare per godere di tutta la bellezza della vita.
(Annamaria Pappalardo, Pensieri)