CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 28 marzo 2023

Bodrum


Siamo finalmente partiti da Riad la settimana scorsa dopo sei mesi di permanenza ininterrotta. Siamo decisamente stanchi. Dopo aver trascorso alcuni giorni a Roma per disbrigare alcuni impegni e vedere le figlie e un breve soggiorno in Toscana per salutare mia madre, ieri abbiamo preso i voli per Istanbul e poi per Bodrum dove siamo atterrati alle 19.30. I bagagli questa volta sono arrivati senza problemi. Preso un taxi, raggiungiamo in una mezz’oretta l’Eskichesme, il solito albergo a Bodrum dove ormai ci conoscono bene. Stamattina, dopo una bella dormita, come prima cosa portiamo un po’ di biancheria in lavanderia, poi con un taxi raggiungiamo lo Yat Lift. Qui troviamo Mustapha, il capo cantiere e il caro amico Ozgur che sta terminando la pulizia del teak e della coperta di Habibti. La carena è stata completata. Quest’anno, dopo una decina d’anni, l’ho fatta riportare al gelcoat. Una mano di primer e due di antivegetativa autolevigante l’hanno riportata a nuovo. Restano da fare alcuni lavori: sostituire una guarnizione del timone e il vaso d’espansione per la pressione dell’acqua. Purtroppo quello che avevo ordinato non è quello giusto. Per essere più precisi, il modello è lo stesso ma con una capacità di 1 litro invece che di 2. La vera brutta sorpresa è che quelli del cantiere si sono dimenticati di togliere le batterie come invece avevano fatto l’inverno precedente. Il risultato è che il voltaggio è bassissimo. Le faccio mettere in carica sperando che non si siano rovinate. Questa superficialità mi fa veramente arrabbiare e mi conferma che per prendersi cura delle barche occorre sempre essere presenti.  Occorre avere tempo a disposizione, anche per seguire le operazioni di rimessaggio, e non avere sempre i giorni contati per le vacanze. Spero che questo momento giunga al più presto. Ormai manca solo più un anno alla agognata pensione. Dispiaciuti per questo inconveniente che rischia di costarmi caro rientriamo in albergo. Ceniamo da Gemibasi. La sera fa ancora freddo, ma il ristorante pur essendo all’aperto è pieno come un uovo. Siamo in periodo di Ramadan e dopo il tramonto si scatena la festa. Rientriamo in albergo piuttosto infreddoliti e crolliamo nel letto.

(Giornale di bordo)

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