CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 20 aprile 2024

Porto Ercole


La notte trascorre calma. Il tempo è ancora perturbato, quindi, non avendo premura di arrivare a destinazione, la decisione presa ieri di restare qui un altro giorno è perfetta. Approfitteremo della giornata per andare a fare una passeggiata fino al Forte la Rocca. Insieme al Forte Filippo e Forte Stella la fortificazione ha costituito per secoli il baluardo difensivo di Porto Ercole contro chiunque volesse effettuare razzie e scorribande, sia dal mare che da terra. Nello stato attuale furono tutti costruiti sotto la dominazione spagnola per difendere lo Stato dei Présidi, un governatorato creato per volontà del re di Spagna Filippo II come appannaggio dei viceré spagnoli di Napoli in occasione del Trattato di Londra del 1557 che sancì la spartizione della Repubblica di Siena. Fu quindi sottoposto alla Spagna dal 1557 al 1707, passò alla Corona d’Austria dal 1708 al 1773 e, infine, fino al 1801 ai Borbone delle Due Sicilie. Seppur costituito in limiti territoriali angusti, permetteva ai suoi vari dominatori di esercitare un controllo sui traffici del Tirreno verso l’Italia meridionale. Oggi, all’interno dei forti la Rocca e Filippo vi sono delle residenze private, mentre forte Stella, quello architettonicamente più particolare, è stato utilizzato recentemente per uno spot pubblicitario della TIM. Di ritorno dalla nostra passeggiata facciamo un salto in pescheria a comprare dei gamberoni che cucinerò con aglio, olio e prezzemolo. Una bontà. Pagati i 35 euro giornalieri a Edoardo, trascorriamo il resto della giornata in barca. Verso sera, sulla parte opposta del pontile ormeggia una barca con dei ragazzi e ragazze francesi e uno italiano a bordo. Hanno un piccolo problema ad uno dei carrelli della randa e mi chiedono in prestito il banzigo. I due ragazzi vanno in paese dal ferramenta lasciando sole due delle tre ragazze che fanno parte dell’equipaggio. Nel frattempo da est vediamo arrivare velocissimi dei nuvoloni nerissimi che non preannunciano niente di buono. Ed infatti dieci minuti più tardi in porto si scatena il finimondo. Habibti è ormeggiata alla perfezione, ma non così la barca dei francesi. Nel tentativo concitato di mettere una seconda trappa una delle ragazze si fa un bel taglio alla mano e a bordo si crea il panico. Salto a bordo della loro barca e aiuto l’altra ragazza a recuperare la seconda trappa. L’operazione non è facile in quanto il vento violento spinge con forza la poppa della barca contro la banchina. In qualche modo riusciamo a recuperare quel tanto necessario per evitare danni. Poi con acqua ossigenata, garza e cerotti disinfetto il taglio alla mano della ragazza ferita. Il taglio non è profondissimo ma esce molto sangue. Le dico di tenere compresso il punto della ferita e le propongo di accompagnarla dalla guardia medica. Nel frattempo sopraggiunge la terza ragazza che mi dice essere un medico e quindi lascio a lei decidere cosa sia meglio fare. La buriana dura solo una quindicina di minuti, poi, passati i nuvoloni, ritorna la calma. A questo punto dalla barca dei francesi sentiamo provenire delle risate. Segno che la tensione si sta allentando. Con il buio l’aria rinfresca parecchio e noi ci rintaniamo al caldo sottocoperta.

(Giornale di bordo)

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