La temperatura questa mattina è più fresca del solito. Forse perché il sole non ha ancora fatto capolino da dietro uno strato leggero di nuvole. Lasciamo Porto Palma con un tenue vento da est per spostarci nella non lontana Cala Stagnali, che dista solo 3 miglia nautiche. Nel canale tra Caprera e Santo Stefano il vento cessa. Vediamo una barca a vela alla fonda nella cala ad ovest di Punta Coda. Il portolano non la riporta come ancoraggio, ma il posto mi pare più che valido. Dico a Tania che nel caso a Stagnali trovassimo gente potremmo venire a dare fondo qui. Invece nella cala non c’è nessuno. Sarà perché l’ingresso è circondato da scogli, alcuni chiaramente visibili, altri, più pericolosi, a filo d’acqua. La boa verde segnalata sulle carte al suo ingresso non c’è più. Seguo comunque l’allineamento per 139 gradi dato due pilastri che si trovano poco sotto un edificio bianco a due piani e che di notte sono segnalati da due luci di colore verde. Nella cala le profondità sono limitate e noi diamo fondo in 3 metri d’acqua calandone 20 di catena. Sempre meglio abbondare. Ci teniamo lontani dall’allineamento per non disturbare eventuali altre barche in entrata. Per tutto il giorno restiamo soli soletti. Ne approfitto per scrivere un paio di mail a Martin e Federico per pianificare il refitting che farò fare ad Habibti in dicembre. Poi un po’ di lettura. Il cielo alterna momenti di sereno ad altri con qualche nuvola. Forse questa notte farà qualche goccia, mentre da domani per tutta la settimana il vento aumenterà un poco. Questa volta da ovest. Nel tardo pomeriggio entra nella cala un catamarano con dei francesi a bordo. È vero che il pescaggio di un catamarano non è lo stesso di una normale barca a vela, ma mi sembra comunque seguire una rotta un po’ troppo a filo degli scogli. Da fondo nella parte più orientale della cala. Con il buio scendiamo sottocoperta. Domani vorrei arrivare sul presto a Caniggione. Dobbiamo fare un po’ di spesa e altre piccole compere per la vita a bordo.
(Giornale di bordo)
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