CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







domenica 2 novembre 2025

Cala Portese (Isola di Caprera) - Poltu Quatu


Notte tranquilla. Anche se pure in questo angolo remoto di Caprera siamo comunque riusciti a sentire per alcune ore della serata della musica in lontananza. Il silenzio sta veramente diventando qualcosa di sempre più raro. Mi chiedo se non stia diventando vecchio!  Il cielo questa mattina era leggermente velato. In quota ci deve essere molta umidità e parecchio freddo in quanto è tutto striato dalla condensazione del carburante lasciato dagli aerei che passano sopra le nostre teste. Quando il sole fa finalmente capolino facciamo un po’ di stendarella appendendo su una cima tirata tra lo strallo e l’albero i piumini della nostra cabina. Il catamarano dei norvegesi è sempre lì. Devono avere acceso il riscaldamento perché sentiamo il classico rumore del webasto in funzione. In mattinata, mentre seduti in pozzetto stiamo leggiamo uno degli ultimi capitoli de “Alla ricerca dei porti romani dell’amico Roberto Soldatini, entra nella baia un grande yacht a motore che dà fondo vicino a noi. È lo stesso che avevamo incontrato a Cala Lunga qualche settimana fa. È immatricolato a Olbia e probabilmente esce solo la domenica. Infatti anche a Cala Lunga era arrivato proprio una domenica mattina per ripartire poi in serata. Questa volta partiamo prima noi di lui. In serata è prevista un po’ di pioggia e durante la notte il passaggio di una perturbazione che porterà vento da ovest sui 30 nodi. Per questo abbiamo deciso di spostarci a Portu Quatu, un marina poche miglia a sud. Vi arriviamo verso le 14. Francesco, l’ormeggiatore, è molto gentile. Ormeggiamo al pontile ovest. Portu Qualtu si trova in un fiordo stretto e profondo. In fondo c’è un piccolo villaggio un po’ “finto”. Sono seconde case e al momento sono tutte chiuse, come tutti chiusi sono gli esercizi commerciali. A noi va benissimo così in quanto ci guadagnamo in tranquillità. Non esattamente così deve essere durante l’alta stagione. Di certo è un luogo perfettamente ridossato. Facciamo due passi fino alla diga foranea. Poi, verso le 17.30, ceniamo. Questa sera cercheremo di andare a dormire un po’ più tardi del solito. Ieri sera alle 20 avevamo già spento la luce e all’1 di notte ero già sveglio. Ho dovuto impormi di non alzarmi e così mi sono riaddormentato fino alle 6.30. Stiamo facendo una specie di cura del sonno. Forse un po’ troppo…..

(Giornale di bordo)

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