Altra giornata di sole. Soffia un vento da sud sugli
8 nodi. Lasciamo il porto e bordeggiamo tutta la giornata risalendo con il code
0. Alle 10 siamo al traverso dell'Isola del Dino, alle 10.32 al traverso di
Scalea, alle 13.34 a quello di Diamante, alle 16.25 al traverso di Capo
Bonifati. Navighiamo tranquillamente su un mare calmo accompagnati dalla voce
di Pavarotti che interpreta alcune vecchie canzoni italiane. Quelle degli anni
trenta, che mia nonna conosceva a memoria e che ogni tanto quando ero bambino
mi intonava tanto che ora le conosco a memoria anch'io. Tra un "Fiorin
fiorello" e un "Vivere" raggiungiamo il porto di Cetraro.
L'ingresso è in parte insabbiato, ma una boa (da lasciare a sinistra) ci indica
il passaggio che è stato dragato. Alcuni amici mi avevano espresso perplessità
su questo porto, "poco organizzato" e "decentrato" rispetto
al paese. Che sia decentrato è vero, ma quanto alla cattiva organizzazione non
sono d'accordo. Le docce e i bagni sono pulitissimi, ci sono lavatrice e
asciugatrice e addirittura una stireria, quest'ultima da noi mai trovata in un
altro porto prima d'ora. Certo, il luogo non brilla per il suo
"charme". E' piu' un porto di transito o un "parcheggio"
invernale. Anche i prezzi sono interessanti: per un 12 metri la tariffa annuale
è di 2400 euro e se uno non utilizza il posto barca nei mesi di luglio e agosto
c'è un ulteriore sconto del 30%. Prossimamente, poi, dovrebbe entrare in
funzione il nuovo cantiere con annesso "travel lift". Ormeggiati
accanto a noi ci sono da un lato due pensionati olandesi su un 47 piedi e
dall'altro un Beneteau 42 con a bordo marito-comandante e Maria. "Maria
prendi la trappa", "Maria tira la trappa", "Maria, non
scivolare", "Maria attenzione", "Maria posa il mezzo
marinaio", "Maria fai questo", "Maria fai quello",
"povera Maria!" dico io.
(Giornale di bordo)
Nessun commento:
Posta un commento