Dopo una sosta per una notte ad Istanbul e una
giornata trascorsa in montagna, l'idea di ritrovarci su Habibti e riprendere il
mare fa sì che la sveglia messa alle 4 del mattino non sia un vero problema.
Percorriamo i 100 chilometri che separano Cesana dall'aeroporto di Torino con
la Panda noleggiata e alle 6 ci incontriamo, come convenuto, con Marco ed Elena
che trascorreranno con noi una decina di giorni. La corsa contro il tempo per recuperare
la valigia all'aeroporto di Fiumicino per imbarcarla su quello diretto a
Lamezia Terme ci ricorda quella analoga effettuata a luglio per non perdere i
voli per Istanbul e Kabul. A Lamezia atterriamo puntuali alle 12.30. Prendiamo
un taxi e raggiungiamo Vibo Marina dove ritroviamo Habibti perfettamente
ormeggiata e pulita. Ugo, a cui avevo chiesto di lavarla prima del nostro
arrivo, ha fatto un ottimo lavoro. Tranne che, una volta entrato in barca, mi
accorgo che uno dei divani ha un ampio alone di colore marrone. Non so se
l'oblo' non fosse stato chiuso bene, ma sta di fatto che è filtrata dell'acqua,
il legno ha stinto e il tessuto del divano beige è tutto sporco. Un vero
peccato anche perché i divani sono solo parzialmente sfoderabili. A Vibo la
"siesta" finisce alle cinque del pomeriggio ed è a partire da
quest'ora che cerco di risolvere il problema. Una tintoria mi da un responso
poco incoraggiante. Decido quindi di utilizzare una schiuma a base di
ammoniaca. Il risultato si rivela soddisfacente. Il resto del pomeriggio è
trascorso a fare cambusa e preparare Habibti per la navigazione dei prossimi
giorni. Ceniamo da "Sapori di mare", un ristorante un po' decentrato
e frequentato da gente del posto con una cucina familiare più che apprezzabile.
Dopo cena ci trasciniamo con fatica fino alla barca percorrendo il lungomare di
Vibo, con un'ultima sosta gelato che ha completato degnamente la lunga
giornata.
(Giornale di bordo)
Nessun commento:
Posta un commento