CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 29 giugno 2018

Lavrion



Dopo il solito viaggio di oltre 15 ore, ieri sera tardi siamo arrivati all'Olympic Marina. Iannis, il nostro autista di fiducia, è venuto a prenderci all'aeroporto di Atene. Rivedere il suo taxi giallo già ci fa sentire in vacanza. Siamo stanchi e pallidi, "color aspirina", come dice Tania. Le ultime settimane a Kabul sono state impegnative ed abbiamo bisogno di riposo. Forse la barca a vela non è il modo migliore per godersi il dolce far niente, ma so già che una volta recuperato il piede marino i tempi della vacanza finiranno per risultare dilatati rispetto allo stesso periodo trascorso a terra. La zattera di salvataggio che ho fatto revisionare è stata messa nuovamente al suo posto. Ed è già un buon inizio. Per lasciare libero il grande gavone di poppa avevo spostato in "dinette" la maggior parte del suo abituale contenuto, comprese vele, cime e scotte varie. Pertanto, all'interno, Habibti risulta un po' sottosopra, ma a quest'ora è troppo tardi per mettersi a far ordine. Ci limitiamo a stendere un lenzuolo sui materassi della cabina di prua e ad infilarci nei leggeri sacchi a pelo che tengo sempre a portata di mano. Ci addormentiamo immediatamente e facciamo una tirata fino al mattino seguente. Svegliarsi in barca è sempre una bella sensazione. Avendo tutta la giornata a disposizione decidiamo di prendercela comoda. Per prima cosa facciamo colazione al bar del Marina. La cameriera, molto gentile, è italiana, anche se parla fluentemente il greco. Ci porta due toast, due spremute d'arancia, un caffè ed un cappuccino per la modica cifra di... 20 euro. Alla faccia dei prezzi economici che solitamente si trovano in Grecia!! Ciò mi conferma che i servizi che ti offre l'Olympic Marina sono decisamente più cari rispetto alla media locale. Da domani, fatta la spesa, la colazione la faremo sicuramente in barca. Alle 9, puntuale, arriva un inserviente della lavanderia di George con la biancheria lavata e stirata. Prezzo modico e gran comodità. Poi, messa in ordine Habibti, ci facciamo accompagnare da Iannis a ricaricare la scheda del cellulare greco, utile soprattutto per controllare le previsioni meteo, e poi agli Uffici dell'Autorità portuale per rinnovare il DEKPA, il documento che ti consente la navigazione nelle acque greche e che spesso ti viene richiesto di mostrare. In realtà scadrebbe il 16 settembre, ma non avendo la certezza di riuscire a ritornare in Grecia per quella data preferisco portarmi avanti ed essere tranquillo per un altro anno. Tanto più che il rinnovo, se lo si fa per tempo, è gratuito, mentre invece se si lasciasse scadere il documento occorrerebbe pagare per rifarlo nuovo. Poichè si è fatta abbondantemente l'ora di pranzo, ci spostiamo da "Limani", la nostra taverna preferita, dove ritroviamo Elias, il cameriere ultra simpatico ed efficiente e, seduto al suo solito tavolo accanto all'ingresso del locale, il signor Andropoulos, il proprietario, con il suo pizzetto bianco e la sua aria solo apparentemente distratta. Come sempre, la maggior parte dei tavoli è occupata. C'è sì qualche turista, ma la maggioranza degli avventori sono greci. Il che depone sempre bene. Fa molto caldo e non c'è una bava di vento. Noi ci sediamo ad un tavolo sotto una grande pala di un ventilatore posto sul soffitto e ci gustiamo in tutta tranquillità il buon pranzo. Lasciamo così trascorrere le ore più calde della giornata in compagnia, anche, di un sottofondo di melodie greche che accrescono il nostro buon umore. Al momento del conto, paghiamo per un ottimo pranzo tutto a base di pesce l'equivalente di quanto avremmo pagato in Italia per due pizze ed un paio di birre. "Limani", anche sotto questo profilo, si conferma una tappa da non perdere se si fosse di passaggio a Lavrion. Verso le 17 facciamo due passi in paese e dopo qualche piccolo acquisto è la volta della spesa al supermercato. Ritornati in barca, che è quasi l'ora del tramonto, do una bella lavata al ponte di Habibti rimettendo al loro posto tutte le scotte che regolarmente tolgo ogni qualvolta la lasciamo ormeggiata per un periodo più o meno lungo. Sistemo anche uno dei tubolari del tendalino che era uscito dalla sua sede, allentando e poi stringendo nuovamente i vari perni che lo fissano al pulpito di poppa. Dopo un paio d'ore di lavoro, Habibti è nuovamente pronta a salpare.

(Giornale di bordo)

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