CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 19 marzo 2019

Khalkis



Continuare a restare bloccati qui con queste giornate di sole e il vento che sarebbe favorevole per la nostra risalita a vela comincia a diventare un po' frustrante. Comincio a pensare che forse avrei fatto meglio a raggiungere le Sporadi settentrionali passando all'esterno dell'Eubea, ma ormai ridiscendere e risalire nuovamente dall'altra parte ci farebbe perdere troppi giorni. Meglio continuare ad aspettare ..... e sperare che finalmente giunga un'altra imbarcazione che richieda il transito. Non avendo nulla di particolare da fare ce la prendiamo con calma. In fine mattinata decidiamo di fare due passi in paese e gia' che siamo da quelle parti di fare un salto all'ufficio della polizia portuale dove ormai siamo diventati di casa. Miracolo!!! Invece di sentirmi ripetere, come ormai ero preparato: "Only two boats, this is the rule!" il funzionario di turno ci dice che nelle prime ore della mattina e' arrivato un peschereccio che ha richiesto il transito. Finalmente questa notte si passa. Chiedo quindi come debba procedere. Questi, prima mi chiede per l'ennesima volta di mostrare la ricevuta del pedaggio, i documenti della barca, l'assicurazione e il DEPKA, infine, una volta constatato che tutto e' in ordine, aggiunge che ci verranno date istruzioni sul canale 12 alle 22. Felici usciamo dall'ufficio e per essere proprio certi che non ci abbiano detto una cosa per un'altra andiamo a vedere se sulla banchina delle barche in transito ci sia effettivamente qualcuno. No, non e' un miraggio. E' proprio li'. "Ay. Yeorgos", un enorme peschereccio con i generatori accesi e l'equipaggio indaffarato a bordo. Un pensiero a San Giorgio che ci e' venuto in aiuto, un'ultima passeggiata sul lungomare di Khalkis che, per quanto bello, ormai conosciamo fin troppo bene e infine ritorniamo in porto. Qui salutiamo e ringraziamo Gerhard e Cherie e, a scanso di equivoci, lasciamo l'ormeggio dando fondo nelle vicinanze del ponte, nello spazio di mare prospiciente la stazione ferroviaria. Verso le 19, mentre stiamo cenando, attracca accanto al peschereccio e un po' sballottato dalla forte corrente che c'e' in quel momento un enorme caicco. Forse a transitare lo stretto questa notte saremo in tre. Alle 22 resto in attesa della chiamata della "police authority", ma tutto tace. Poiche' Murphy e' sempre in agguato, oltre alla radio di bordo accendo anche il VHF. Si fanno le 23 e ancora niente. Non vorrei far la parte dell'ansioso, ma alla fine decido di farmi vivo io. Chiedo un aggiornamento e mi rispondono che il ponte aprira' alle 1 di notte e che un quarto d'ora prima mi chiameranno sempre sul canale 12 in modo da darmi il tempo per prepararmi al transito. Attendiamo pazientemente fino a che a mezzanotte e mezza arriva l'attesa chiamata: "Habibti, ready to go!!". Mi fiondo fuori come un razzo, accendo il motore, recupero l'ancora e neanche il tempo di legarla con uno stroppino alla galloccia che immediatamente arriva un'altra secca comunicazione: "Habibti go fast, go fast, the bridge is open!!" Per la miseria, penso, ma non dovevano chiamarmi 15 minuti prima e darmi il tempo di preparare la barca? Mi fiondo con il motore al massimo, mantenendo una distanza di sicurezza, dietro al peschereccio che ci precede e contemporaneamente accendo le luci di via. Poi, giusto il tempo di constatare che nel punto piu' stretto del passaggio c'e' una corrente favorevole tale che Habibti vola a 9.8 nodi, di comunicare via radio che siamo transitati e di voltarmi per un ultimo sguardo al ponte che questo gia' si sta chiudendo. Guardo l'orologio. Sono le 00.35. Sono trascorsi cinque minuti dalla prima chiamata!! Gerhard aveva ragione. A tale proposito ci aveva detto: "Spesso in estate quando vogliamo farci due risate verso mezzanotte ci mettiamo sul canale 12 e sentiamo le comunicazioni tra la polizia portuale e i charter in transito. La maggior parte delle volte questi ultimi impiegano un sacco di tempo a prepararsi e la polizia, che e' sempre di fretta, li minaccia di richiudere il ponte e di non lasciarli passare. Altre volte, invece, essendo gia' pronti da un pezzo per il timore di non farcela, si avvicinano al passaggio affiancati l'uno all'altro o, peggio, mentre stanno transitando altre barche provenienti dalla direzione opposta ignorando del tutto le indicazioni della polizia che gli urla contro improperi. Insomma, un vero delirio!!". Sia come sia, noi finalmente siamo dall'altra parte. Superata l'ultima boa verde, che in questo tratto occorre lasciare sulla dritta, raggiungiamo l'ampia baia a nord di Khalkis e diamo fondo. Domattina si riparte.

(Giornale di bordo)  

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