CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 31 luglio 2019

Ygitler (Avsa Adasi) - Canakkale


Partenza alle 6. Al fine di evitare di perdere troppo tempo in preparativi, considerato che il mare è calmissimo data la totale assenza di vento, decidiamo di fare colazione navigando. Usciti dal porto lasciamo sulla dritta la secca segnalata da una meda che si trova nelle sue prossimità. Superiamo Buyu Kliman e Kum Burun, i due capi che delimitano la parte sud orientale dell'isola, e puntiamo verso ovest. All'orizzonte, a sud di capo Karaburun si distingue chiaramente il porto commerciale di Karabiga. Procediamo a motore alla velocità di 6 nodi e lasciamo Karaburun sulla sinistra alle 12. Proseguiamo paralleli a questo tratto di costa nel quale non vi sono ridossi significativi dal vento prevalente. In parte è disabitata e in parte punteggiata da una serie di complessi industriali. Sulle alture sono poste numerose pale eoliche a conferma della ventosità del luogo. Non oggi però! Per qualche minuto veniamo affiancati da un paio di delfini che giocano a prua. Poi, finito lo spettacolo, scaldo in forno il "gratin" che avevo preparato ieri con le restanti sardine regalateci da Umit. Un piatto semplicissimo da preparare e davvero squisito. Pranziamo in pozzetto dopo aver montato il tendalino. Il sole e il caldo sono davvero soffocanti. Il tempo di una piccola pennichella pomeridiana, mentre Tania ed Elena fanno la guardia, e superiamo il Banco di Zincibozan, una zona di bassi fondali segnalato da una meda che si trova all'ingresso orientale dello Stretto dei Dardanelli. In questo punto la corrente comincia a farsi sentire. Ce ne accorgiamo in quanto a parità di giri motore la barca acquista un nodo e mezzo di velocità. Scendiamo lungo lo Stretto tenendoci al di fuori del corridoio riservato al traffico mercantile che occupa quasi totalmente il passaggio. Lasciamo Gallipoli sulla dritta e i due abitati di Cardak e Lapseki sulla sinistra. Qui diamo precedenza ad un paio di traghetti che uniscono le due sponde dei Dardanelli e che ci transitano vicino. Ci teniamo anche alla larga da un'area nella quale opera una gru installata su una grande piattaforma. Il paesaggio è gradevole su entrambi i lati. Anche oggi non c'è molto traffico di navi, ma quelle poche che transitano hanno una dimensione veramente impressionante, soprattutto se viste dal guscio sul quale ci troviamo. Vicino a Nara Burun, dove lo Stretto si restringe, la corrente aumenta ulteriormente tanto che la velocità aumenta a quasi 9 nodi. Arriva anche il vento, che prende forza incanalandosi nel passaggio. Mancano tuttavia meno di un paio di miglia al marina di Canakkale dove ci fermeremo per la notte e pertanto non vale la pena nemmeno aprire il genoa. Contattiamo il marina per radio e vi entriamo che sono le 17 in punto dopo aver percorso quasi 70 miglia. L'ormeggiatore che ci passa la trappa ci riconosce. E' il campione turco di immersioni in apnea con il quale avevamo fatto le pratiche di registrazione lo scorso aprile. Ci ormeggiamo di poppa accanto ad una barca a vela battente bandiera degli Stati Uniti. E' piuttosto vecchiotta ma ben attrezzata. L'equipaggio è composto da alcuni giovanotti dall'aria un po' hippy dal chiaro accento americano. Più tardi scopriremo che la barca è del 1975 ed è stata comprata dall'attuale armatore un paio di anni fa a Barcellona. Il vento fa battere fastidiosamente la loro drizza contro l'albero, ma non sembrano accorgersene. Accanto a loro c'è un'altra barca a vela, in ferro e con bandiera russa. Siamo i tre soli ospiti del marina della giornata. Visto il caldo, facciamo una doccia ristoratrice e poi, al tramonto, due passi in città. Canakkale ci conferma l'impressione estremamente positiva che ci aveva fatto durante il nostro precedente soggiorno. In giro c'è un sacco di gente e si respira un bel clima di vacanza. Accompagniamo Marco a comprare un paio di Levi's nel negozio che conosciamo. I prezzi sono talmente interessanti che compra anche un paio di t-shirts. Poi percorriamo la via pedonale del centro cittadino con una sosta in profumeria per soddisfare qualche piccola esigenza delle signore, infine ci fermiamo per cena in uno dei ristoranti sul lungomare.  La cena, tutta a base di pesce, è ottima. Peccato per il cameriere che fa un po' di pasticci con le varie ordinazioni. Ottimo anche il gelato che prendiamo in piedi in uno dei locali sul lungomare. E' talmente buono che con Marco bissiamo il nostro cono limone-mandarino. Prima di ritornare in barca facciamo ancora due passi fino al cavallo di Troia lasciato in regalo alla città dopo le riprese del film "Troy" con Brad Pitt. Lungo la passeggiata ci sono vari gruppetti di giovani musicisti che suonano. Le più gettonate sono tre ragazze con chitarra, flauto e violino e che intonano delle canzoni turche particolarmente melodiose. Una volta a letto ci addormentiamo subito. La sveglia antelucana e le settanta miglia odierne si fanno sentire. Vengo improvvisamente svegliato da alcune voci e dal suono di un tamburello e di una chitarra provenienti dal pozzetto della barca dei nostri vicini. Guardo l'ora: sono le 3 del mattino. Il gruppetto è appena rientrato e dopo aver rimorchiato le tre ragazze che avevamo visto strimpellare sulla passeggiata è seduto all'esterno con un paio di bottiglie sul tavolino e si accinge a proseguire la serata con musica e canzoni a tre metri dalla nostra cabina.  Francamente, vista l'ora, mi pare un po' eccessivo e, affacciandomi, faccio presente che desidereremmo dormire. Probabilmente il mio tono, tra l'assonnato e lo scocciato, spinge il gruppo a trasferirsi sottocoperta dove li sentiamo ridere, suonare e cantare a squarciagola per un po'. Ma in questo modo il volume ci arriva attutito e ci riaddormentiamo. Contenti loro, contenti noi, contenti tutti!

(Giornale di bordo)   

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