CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 3 agosto 2019

Bozcaada - Assos


Lasciamo silenziosamente l'ormeggio prima che sulla barca del "Generale" scatti la sveglia. Siamo diretti ad Assos, un piccolo porto a 35 miglia di distanza. Vorrei arrivarvi nel primo pomeriggio in quanto all'interno vi e' posto per pochissime barche. Inoltre, poiche' alcuni mi hanno sconsigliato di entrarvi essendo l'ingresso molto stretto e i fondali piuttosto bassi, vorrei rendermi conto della situazione di persona tenendomi del tempo a disposizione nel caso ritenessi preferibile ripiegare su un'altra destinazione. Oggi stranamente il vento soffia da sud e quindi ci tocca bolinare. Con una piacevole navigazione raggiungiamo capo Baba Burun. Baba in turco significa papa', mentre Burun vuol dire capo. Quindi raggiungiamo "capo papa' ". La sua particolarita' non e' solo che esso costituisce il punto piu' occidentale del continente asiatico, ma anche che risulta solitamente molto ventoso e che funge da punto di separazione tra i venti che soffiano in mare aperto e quelli provenienti dallo stretto che lo separa dall'isola greca di Lesbo, che si trova poche miglia a sud. Proprio sul capo e' posto il villaggio di Babakale con la sua cittadella e il porto. Si narra che i primi abitanti di questo paese fossero dei prigionieri a cui era stata promessa la liberta' in cambio del loro lavoro per la costruzione del castello. Essi, terminata l'opera, chiesero alle loro famiglie di raggiungerli e divennero per la maggior parte pescatori. La cittadella, che si vede chiaramente dal mare, fu costruita nel XVIII secolo in un punto strategico che consentiva il controllo del traffico marittimo nello stretto antistante. Come il resto delle vecchie case dell'abitato anch'essa e' costruita in pietra ed oggi e' utilizzata anche per ospitare eventi culturali. Sotto le mura della fortezza vi e' il porto, protetto da un nuovo frangiflutti e nel quale si trova, piegato su un lato, il relitto di una goletta la cui sommita' dei suoi alberi e' chiaramente distinguibile anche dall'esterno. Superato il capo, la direzione del vento cambia totalmente tanto che dovendo procedere su Assos lo abbiamo diritto sul naso. Decidiamo allora di accendere il motore in modo da non attardarci bordeggiando. Sulla costa ad est di Baba Burun vi sono alcune costruzioni, tra cui spicca una grande villa isolata in stile moderno, ma ben integrata nel paesaggio circostante. In mare, di fronte ad essa, ormeggiato ad un enorme gavitello vi e' uno "sloop" di almeno trenta metri che riteniamo appartenere al proprietario della stessa. Piano piano ci avviciniamo al porticciolo di Assos, riportato su alcune carte anche con il nome di Behram. Sono curioso di vederlo dal vivo. Effettivamente l'entrata e' da affrontare con attenzione in quanto lo spazio tra la diga foranea, costituita dal muro dell'antico porto leggermente rinforzato, e la terra ferma, dove sott'acqua vi e' un banco roccioso, e' molto stretto. Anche lo spazio di manovra al suo interno e' abbastanza limitato e capisco che in caso di vento forte governare la barca potrebbe non essere facile. Tuttavia, poiche' al momento del nostro arrivo vi e' una totale calma di vento, entriamo con tutta calma, seguendo le indicazioni che Tania mi impartisce da prua. All'interno la profondita' aumenta leggermente, ma occorre comunque ormeggiare di prua. Cosi' facciamo, aiutati da un inserviente del retrostante hotel-ristorante che gentilmente ci passa una trappa e ci prende le cime. A parte i gozzi dei pescatori, al momento vi e' un'unica altra barca. Si tratta di un Janneau 52 che scopriremo appartenere al direttore dell'hotel che e' solito lasciarla ormeggiata li' durante la stagione estiva, mentre negli altri periodi dell'anno la sposta a Kucukkuyu, una cittadina limitrofa poco piu' ad est. La localita' e' veramente da cartolina. La prua di Habibti si trova a meno di un metro di distanza da un muretto in pietra, con dei vasi di gerani, dietro al quale sono posti i tavoli del ristorante. Lo stazionamento e' gratuito e la regola non scritta e' che, essendo l'ormeggio di proprieta' del ristorante, sia buona usanza consumarvi almeno un pasto. Mi chiedo quanto si pagherebbe se invece di essere in Turchia ci trovassimo in Italia. La cultura del profitto indiscriminato fortunatamente da queste parti non e' ancora arrivata. Ed e' anche questo aspetto che rende questi luoghi cosi' affascinanti. Nel pomeriggio il vento gira a sud-ovest e, come regolarmente accade in questo tratto della costa eolica, rinforza un poco. Essendo l'entrata del porto rivolta proprio in quella direzione il risultato e' che vi entra un po' d'onda, quel tanto da rendere l'ormeggio un po' ballerino. Il tutto dura pero' solo un paio d'ore in quanto verso sera ritorna la calma. Sempre nel pomeriggio arriva un'altra piccola barca a vela, con un ragazzo e una ragazza a bordo. Effettuano l'ingresso e l'ormeggio con grande disinvoltura e sicurezza, dando l'impressione di conoscere molto bene il posto. Ed infatti e' cosi' in quanto vengono accolti con grande confidenza dall'inserviente del ristorante che si occupa degli ormeggi. Con Marco preferiamo attendere che il sole tramonti prima di scendere a terra. Tania ed Elena invece non perdono tempo e nonostante il caldo si lanciano alla scoperta del posto. Il paese e' piccolissimo e si visita rapidamente. Vi sono numerosi ristoranti, alberghi, bancarelle e non lontano dal porto alcuni stabilimenti balneari. Vi sono invece solo un paio di negozi, tra cui un tabaccaio che vende anche generi alimentari di prima necessita'. Purtroppo non aveva trovato il tabacco per le sigarette. Un piacere, quello di fumare, che mi concedo di tanto in tanto soltanto quando sono in barca. Mi tocca quindi centellinare quel poco tabacco che mi e' rimasto, nella speranza di riuscire a trovarlo ad Ayvalik nei prossimi giorni. Seduto all'ombra in pozzetto ne approfitto per leggere un po' della storia di questo luogo. Dove ci troviamo era il porto dell'antica citta' di Assos le cui rovine, tra cui il bellissimo anfiteatro, sono visibili sulla collina soprastante. Essa, fondata intorno al 1000 a.C., ebbe il suo periodo di massimo fulgore tra il V e il IV secolo a.C.. Qui, nel 348 a.C. Aristotele sposo' la nipote del sovrano locale. Poi la citta' fu conquistata dai Persiani per essere successivamente liberata da Alessandro Magno. Nei secoli successivi fece parte del regno di Pergamo e tra i diversi illustri personaggi che vi transitarono vi fu anche San Paolo che di qui si imbarco' per la vicina Mitilene. Oggi e' divenuta una rinomata meta turistica. Dopo una passeggiata sulla diga frangiflutti ed aver preso qualche fotografia di Habibti in questo scenario d'eccezione, ceniamo seduti ad un tavolo a pochi metri dalla sua prua. Pesce e ottimo vino turco. Poi, saltati a bordo, ce ne andiamo a dormire.

(Giornale di bordo)

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