CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 16 aprile 2021

Tuzla Koyu - Sazan Koyu

 
La notte è stata molto umida. Al risveglio la coperta della barca è tutta bagnata. Attendiamo che il sole la asciughi prima di partire. Due coniugi anziani su una barchetta a remi raccolgono delle nasse che hanno posto non lontano dalla riva dirigendosi nei vari posti a colpo sicuro. Una delle gasse non è lontana da noi. Li salutiamo e ci rispondono con un cenno della mano. Il vento soffia sempre da est, ma si è decisamente calmato. Lo constatiamo una volta che scapoliamo capo Tuztutan Burun. L'onda di ieri è scomparsa quasi del tutto. Avanziamo a motore paralleli alla costa, dove la carta nautica segnala una riserva nella quale sono proibite la pesca e le immersioni. Individuiamo l'ingresso di Kargilibuk, lo stretto fiordo che abbiamo raggiunto ieri a piedi. La parte in cui è possibile dare fondo è invisibile dal mare. Sulla costa settentrionale del golfo si distingue invece chiaramente la ciminiera della centrale elettrica di Oren. E' veramente un pugno in un occhio in questo paesaggio idilliaco. La sua costruzione e, successivamente, la sua messa in funzione sono state a lungo ostacolate dalla gente del posto, ma a nulla sono servite le loro proteste e le varie petizioni. Per raffreddare le turbine viene utilizzata l'acqua marina che viene poi rigettata in mare. Ciò provoca un aumento della temperatura del tratto di mare antistante, con effetti devastanti sull'habitat marino. Proseguendo lungo la nostra rotta, noto che sul plotter è apparso l'AIS di un'imbarcazione che sta uscendo dalla baia di Degirmen Buku, dove si trova la residenza estiva del Presidente turco. Un'area assolutamente "off-limit" quando lo scorso anno vi eravamo transitati nelle vicinanze. Pare invece che in questo periodo l'ingresso sia consentito in quanto l'AIS che vediamo è quello di un caicco che probabilmente ha trascorso la notte in una delle varie insenature. Ma la nostra meta odierna è Sazan Koyu, una baia posta al limite nord-orientale di Digirmen Buku. Solitamente questo non è un posto molto frequentato dai diportisti in quanto è totalmente esposto al vento prevalente proveniente da nord-ovest. Tuttavia, poiché per i prossimi due giorni le previsioni indicano ancora vento da est-sud-est questo ridosso risulta perfetto. Entrando nella baia mi accorgo che il disegno riportato sul portolano di Rod Heikel non è corretto. Nell'area antistante la spiaggia viene segnalata una zona di bassi fondali che in realtà è molto meno estesa rispetto al disegno. Diamo fondo in poco meno di 10 metri d'acqua portando due lunghe cime a terra. Alle spalle della stretta sriscia di sabbia che costituisce la spiaggia vi è uno stagno di acqua dolce, in parte ostruito da alcune canne, dove la notte vengono ad abbeverarsi gli animali selvatici. Anche quello di oggi è un ancoraggio molto particolare, con la foresta di pini che lambisce il mare e l'acqua di colore verde smeraldo. Pranziamo e trascorriamo il pomeriggio a leggere. Sulla strada sterrata che si snoda sulle colline retrostanti vediamo transitare di tanto in tanto qualche piccolo autocarro diretto a Sogut, un paese che si trova a qualche chilometro di distanza. Domani inizia il fine settimana e con lui anche il lockdown. E' pertanto nostra intenzione restare qui un paio di giorni, magari raggiungendo Sogut a piedi domani in giornata.  
 
(Giornale di bordo)

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