CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 23 settembre 2021

Bençik Limani


Verso mezzogiorno dovrebbe arrivare vento forte da N-NW. L'insenatura in cui ci troviamo è ridossata, ma preferisco aggiungere una lunga cima da prua fino a terra. Il caicco accanto a noi farà la stessa cosa e anche le altre barche rafforzano le proprie linee d'ormeggio. Mentre lego la cima ad un albero degli insetti minuscoli, probabilmente dei pappataci, mi pungonono su una coscia. Le diverse punture si concentrano tutte in uno stesso punto che cospargo immediatamente di Fucicort e Fenistil, che rimetto ogni mezz'ora cercando di contenere l'arrossamento che lentamente si estende e che da parecchio fastidio. Sul caicco accanto a noi c'è una famiglia turca con uno dei suoi componenti che parla un ottimo italiano. E' un ingegniere che ha lavorato per la Fiat a Torino per alcuni anni. Facciamo un po' di conversazione. Il che ci consente di stabilire un bel rapporto anche con il resto dell'equipaggio. Il vento forte è atteso nel primo pomeriggio. Per ora si respira un'atmosfera ovattata. Oggi è anche una di quelle giornate dall'aria prettamente settembrina. Di quelle che ti fanno capire che, anche se vi saranno ancora delle giornate calde, l'estate se ne sta andando. Intanto io continuo a mettere Fenistil sulla coscia. L'andirivieni di barche nella baia si è fermato. Tutti sono in attesa dell'arrivo della sventagliata. In realtà nel corso del pomeriggio nel punto in cui siamo giungono solo un po' di raffiche. Gli alberi retrostanti e la punta della piccola insenatura rendono il nostro ridosso davvero perfetto. Umit ci scrive che a Bozburun ci sono circa 35 nodi di vento. In questa parte della costa turca non sono abituati ad avere di frequente venti di questa intensità. Cosa ben diversa in Egeo, dove venti del genere specialmente in estate sono all'ordine del giorno. Daparte mia, dopo averle pulite, cucino le alici al "gratin". Un piatto semplice ma da vero orgasmo papillare, come direbbe l'amico Roberto. Comincio anche la lettura di "500 days around the world on a 12 foot yacht" di Serge Testa. L'incredibile storia del giro del mondo fatto dall'autore tra il 1984 e il 1987 a bordo di una barca in acciaio autocostruita di 12 piedi di lunghezza, vale a dire tre metri e mezzo. Praticamente un guscio di noce. Un'impresa al limite dell'incoscienza, considerate le avventure che gli sono accadute, ma che ha consentito a questo australiano, nato in Brasile da una famiglia di origini italiane, di conquistare il record, iscritto nel guinness dei primati, della barca di più piccole dimensioni che abbia fatto il giro del mondo. Nel pomeriggio telefono al Marina di Bodrum per prenotare un posto per un paio di notti a partire dal 2 ottobre. Ci rispondono che al momento non ne hanno di disponibili. Il che ci complicherebbe un po' le cose, considerato che il 4 ottobre dovremmo alare Habibti allo Yat Lift. Ci auguriamo che nei prossimi giorni qualcuno disdica. Per verificare telefoneremo la settimana prossima. Ormai abbiamo preso l'abitudine di andare a dormire all'ora delle galline, come s'usa dire. Infatti, alle 20 siamo già a letto.

(Giornale di bordo)

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