CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 1 settembre 2022

Finike


Partiti alle 1.20 di notte da Riad. Ad Istanbul il volo per Antalya ha un'ora di ritardo, ma la gioia di aver lasciato i 50 gradi all'ombra dell'Arabia Saudita, dove abbiamo trascorso lavorando tutta l'estate e di rivedere presto la nostra Habibti ci fanno accettare di buon grado questo piccolo inconveniente. Giunti ad Antalya, ad attenderci all'aeroporto c'è un taxi che avevamo prenotato il giorno precedente. Il nome "Habibti" è scritto a chiare lettere su un pannello tenuto in mano da una signora che ci accompagna all'auto parcheggiata poco lontano. E' un minivan Mercedes. A bordo sono seduti il marito e il piccolo figlioletto. Una bella famiglia che probabilmente ha colto l'occasione della venuta ad Antalya da Finike per trascorrere una mattinata insieme. Per percorrere il tragitto fino al Setur Marina impieghiamo un paio d'ore. Lungo la strada troviamo un po' di traffico dovuto ai numerosi lavori in corso. Tuttavia a partire da Kemer il panorama ci riempie gli occhi: distese di foreste sono alla base di pareti ripidissime di montagne che si stagliano alte sulla nostra destra, mentre sulla sinistra si scorgono, di tanto in tatto, degli scorci fugaci di tratti di mare di un blu intenso e scintillante. Giunti al Marina troviamo Habibti in ordine. Un po' polverosa, ma scopriremo presto che a Finike tutto è polveroso. Le strade interne della piccola e un po' fatiscente cittadina sono quasi tutte in terra battuta a causa di alcuni lavori in corso e la polvere regna sovrana. Di tanto in tanto passa un'autobotte del Comune che spruzza acqua a terra per mitigarne l'effetto, ma il risultato è ancora peggiore in quanto la terra battuta si trasforma in fango con delle pozzanghere sparse qua e là. I pedoni non solo devono scansarle tipo gimkana, ma occorre anche prestare attenzione ogni qualvolta transita un'auto se non si vuole correre il rischio di essere bagnati da cima a piedi. Come prima cosa ci rechiamo nel negozio della Turkcell per comprare le schede teefoniche e quella dell'I-pad. Quindi passiamo alla Posta per cambiare un po' di euro in lire turche. Il tasso di cambio è ulteriormente aumentato rispetto ad aprile. Ora per 1 euro ti restituiscono 17 lire turche. Ad aprile il cambio era 1 a 14. Se il cambio ci è favorevole, non altrettanto è il costo della vita che negli ultimi mesi è quasi raddoppiato. Un vero problema per i turchi. Decidiamo di andare a mangiare del pesce in uno dei ristoranti che si trovano in una strada interna proprio davanti al mercato del pesce. Compriamo un'orata che chiediamo ci venga cucinata alla griglia. Una volta seduti a tavola, con dispiacere scopriamo che le uniche bevande che possono servirci sono acqua, succhi di frutta o coca cola. Per accompagnare un'orata fresca ci pare un'eresia e così decidiamo di pranzare in barca portando con noi il pesce appena cucinato. Un paio di bicchieri di raki con ghiaccio sono decisamente più  appropriati. Il pranzetto si rivela gustoso. Lo consumiamo sottocoperta in quanto la temperatura esterna è molto calda e ancora non abbiamo avuto il tempo di montare né il bimini né il tendalino. Cosa che faremo dopo pranzo, installando anche i due pannelli solari da 120 Watt ciascuno. Non c'è un alito di vento, anche perchè il Marina è particolarmente ben ridossato dai venti da SW che caratterizzano questa zona in questo periodo dell'anno. Per non correre il rischio di dimenticarle vado a ritirare all'ufficio del Marina il paio di chiavi di riserva che avevo lasciato. Con il tramonto la temperatura diventa più accettabile e trascorriamo la serata a bordo terminando la bottiglia di raki con ghiaccio seduti in pozzetto.

(Giornale di bordo)

Nessun commento:

Posta un commento